Le costole giovanili di cinque partiti svizzeri chiedono più voce in capitolo nella gestione della crisi.
C'è grande preoccupazione per i problemi psicologici - a San Gallo sfociati in violenza - che stanno emergendo in questi ultimi mesi.
BERNA - Dopo i disordini del fine settimana a San Gallo, le sezioni giovanili di cinque partiti svizzeri hanno chiesto in una lettera aperta al Consiglio federale di fornire «prospettive urgenti» ai giovani. L'alleanza chiede più voce in capitolo nella gestione della crisi.
I leader delle sezioni giovanili di Centro, Verdi Liberali, evangelici, PS e Verdi vogliono uno scambio con il Consiglio federale, afferma la missiva pubblicata oggi su Internet. Tra le altre cose, chiedono che i giovani non siano discriminati nel caso di allentamenti delle misure di protezione legati alla vaccinazione. Per i giovani con problemi psicologici, ci dovrebbe essere un'adeguata offerta di aiuto, aggiungono.
L'alleanza chiede pure l'immediata reintroduzione dell'insegnamento in presenza grazie a una strategia di test rigorosa e a concetti di protezione appropriati. Inoltre, grazie ai test e al contact tracing, appena l'evoluzione epidemiologica lo permetterà bisognerà esaminare nuovi allentamenti per i giovani.
I partiti condannano la violenza - «La nostra generazione ha urgente bisogno di nuove prospettive», affermano i partiti nella lettera. Sempre più giovani non si sentono più compresi e il crescente numero di ragazzi con gravi problemi psicologici è motivo di grande preoccupazione.
Le richieste sono state formulate a seguito dei disordini registrati a San Gallo. Alcuni giovani violenti hanno attaccato la polizia con bottiglie, petardi e una molotov. Gli agenti hanno reagito facendo uso di proiettili di gomma e gas irritanti. Due persone sono rimaste ferite. La polizia ha temporaneamente ordinato a più di 500 persone di lasciare la città.
Le sezioni giovanili hanno condannato le violenze del fine settimana, ma hanno precisato che i resoconti dell'accaduto stanno coprendo le voci di tutti quei giovani che hanno rispettato le regole per oltre un anno a causa della pandemia.