Quest'anno la cerimonia non avrà luogo come di consueto a Zurigo.
Il pupazzo che simboleggia l'inverno, a cui verrà dato fuoco alle 18 di oggi, è stato posizionato sul Ponte del Diavolo.
GÖSCHENEN - Tutto pronto sul Ponte del Diavolo, nella Gola della Schöllenen, in attesa di dare fuoco a partire dalle 18.00 al "Böögg", il pupazzo della Sechseläuten, la tradizionale festa della primavera delle corporazioni di Zurigo.
Il rogo del pupazzo che simboleggia l'inverno, si tiene quest'anno senza pubblico sul versante urano del passo del San Gottardo, ma viene ritrasmesso in diretta televisiva da SRF e da due emittenti private.
Nel pupazzo sono inseriti 140 petardi: tradizione vuole che più in fretta esploderà la sua testa, più l'estate sarà bella e calda. La tradizione dell'"oracolo dell'estate" è però stata sconfessata da MeteoSvizzera: analizzando i dati statistici per gli anni dal 1965 al 2005 non è stata trovata nessuna correlazione fra la durata prima dell'esplosione finale e le temperature estive. Unica eccezione: la torrida estate del 2003, quando la testa del Böögg esplose dopo soltanto 5 minuti e 40 secondi.
Il canton Uri era già stato scelto l'anno scorso come ospite d'onore, ma la festa delle corporazioni zurighese era stata annullata a causa della pandemia. Quest'anno si è quindi deciso di fare la trasferta in terra urana.
Il rogo del Böögg ha già avuto a che fare in passato con una pandemia. Nel 1890, quella che all'epoca era una bambola decorata, e non ancora un pupazzo di neve, fu fatta bruciare su una pira per mettere fine alla cosiddetta "influenza russa", scoppiata nell'ottobre del 1989. La pandemia ebbe tuttavia diverse recidive e si calcola che fino al 1995 uccise circa un milione di persone in tutto il mondo.
La festa zurighese della primavera, menzionata per la prima volta per iscritto nel 1525, viene celebrata nella forma attuale dal XIX secolo. La tradizione della "Sechseläuten" (letteralmente "suonare le sei") è legata agli scampanii della cattedrale Grossmünster, che segnavano la fine della giornata lavorativa: con l'inizio della primavera si smetteva alle 18.00 invece che alle 17.00.