La consigliera federale ha espresso soddisfazione per il rientro degli Stati Uniti nell'Accordo di Parigi.
Accolto con favore anche l'obiettivo climatico americano: «Riduzione del 50% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 e un saldo neutro entro il 2050»
BERNA - La consigliera federale Simonetta Sommaruga oggi ha partecipato a una tavola rotonda organizzata dall'inviato speciale americano per il clima John Kerry. Sommaruga ha accolto con favore il nuovo obiettivo climatico degli Usa, scrive il Dipartimento federale dell'ambiente (DATEC) in un comunicato.
L'incontro si è tenuto in occasione del "Leaders Summit on Climate", organizzato in forma virtuale ieri e oggi dal presidente statunitense Joe Biden, che ha invitato 40 capi di Stato. Al centro delle discussioni l'inasprimento degli obiettivi climatici delle maggiori economie mondiali e i vantaggi derivanti dalle misure di tutela del clima. Ad esempio, l'abbandono del petrolio, del gas e di altre energie fossili e il potenziamento di tecnologie innovative e delle energie rinnovabili creano numerosi nuovi posti di lavoro.
Al vertice dei leader sul clima, gli Usa hanno annunciato il loro nuovo obiettivo: riduzione del 50-52% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto al 2005 e un saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050.
La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha espresso soddisfazione per il rientro degli Stati Uniti nell'Accordo di Parigi. Ha dichiarato la sua approvazione per il loro nuovo obiettivo climatico e ha ribadito l'importanza che tutti i Paesi fissino obiettivi ambiziosi.
Per il rafforzamento della protezione del clima, la Svizzera punta sulla legge sul CO2, che verrà sottoposta a voto popolare il prossimo 13 giugno. La revisione si basa su incentivi finanziari, innovazione e progresso tecnologico, determinando di conseguenza nuove commesse e posti di lavoro a lungo termine, scrive il DATEC.
In merito alla prossima Conferenza ONU sui cambiamenti climatici COP26, la ministra elvetica dell'ambiente ha sottolineato la necessità di stabilire regole incisive per i meccanismi di mercato previsti nell'Accordo di Parigi, affinché i progetti di tutela realizzati all'estero rispettino natura e diritti umani e si impedisca il doppio conteggio delle riduzioni di emissioni.
Nell'autunno 2020 la Svizzera ha firmato accordi per la tutela del clima con Perù e Ghana, in cui viene garantito il rispetto di questi criteri, ricorda il DATEC.