L'ex consigliera federale Doris Leuthard propone un ammodernamento: «La Svizzera è troppo in ritardo»
BERNA - L'ex consigliera federale Doris Leuthard si dice non stupita delle carenza sul fronte digitale palesate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) nel corso della pandemia di coronavirus.
«Le mancanze dell'UFSP non mi hanno sorpreso: me lo ricordo da quando ero consigliera federale» afferma l'esponente dell'allora PPD, in governo fra il 2006 e il 2018, in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung. «L'amministrazione digitale non è mai veramente decollata. Ci sono sì uffici con una buona informatica, ma altri faticano». Anche con i cantoni vi sono state difficoltà: «Non è che il federalismo necessariamente aiuti», osserva.
«Dovremmo vedere le carenze che ora sono emerse come un'opportunità» prosegue la 58enne che è attualmente presidente della Swiss Digital Initiative (SDI), una fondazione con sede a Ginevra che promuove principi etici nei progetti tecnologici. «La Svizzera non può permettersi di avere prestazioni così scarse nel settore digitale. Queste sono tecnologie del futuro. Dobbiamo rimettere la nave sulla rotta giusta: ed è qui che entra in gioco il Consiglio federale. Il governo federale e i cantoni dovrebbero porsi obiettivi più ambiziosi. Abbiamo già perso troppo tempo».
Concretamente, cosa sarebbe da fare? «Convocherei un gruppo di esperti del mondo degli affari, della scienza e della politica che fisserebbe le priorità e un budget per i prossimi anni: cosa vogliamo e dove abbiamo bisogno di investimenti? chi ha quali conoscenze specialistiche, quali progetti di ricerca esistono già? La Svizzera sta già facendo molto, ma c'è troppo poco coordinamento. Dobbiamo cercare delle nicchie in cui vogliamo giocare un ruolo di primo piano: e lì dobbiamo pigiare sull'acceleratore», conclude Leuthard.