Azioni in undici città contro l'esodo.
Unia: «Serve più rispetto e apprezzamento».
BERNA - Il rischio di un esodo di massa del personale di cura è il tema centrale della Giornata internazionale dell'infermiere che ricorre oggi. Anche in Svizzera le condizioni di lavoro nel settore devono migliorare se si vuole evitare un acceleramento della penuria di personale.
«Gli applausi non bastano» - Lo scrive l'Associazione svizzera degli infermieri (ASI) in un comunicato diffuso in occasione della ricorrenza. Stando al sindacato Unia, in Svizzera la Giornata viene celebrata con azioni decentralizzate in undici città all'insegna del motto «Gli applausi non bastano».
Diverse sezioni dell'ASI svolgono marce di protesta, cosiddette "Walks of Care". Inoltre in presenza del presidente della Confederazione Guy Parmelin oggi si tiene il congresso virtuale dell'associazione. Tra gli oratori anche la direttrice dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Anne Lévy, che parlerà dell'importanza delle cure infermieristiche durante la pandemia.
«Più rispetto e apprezzamento» - Serve finalmente più rispetto e apprezzamento per questo mestiere prevalentemente femminile, chiede l'Unia. I salari non corrispondono assolutamente alla grande responsabilità e alle prestazioni quotidiane che gli infermieri si assumono e svolgono.
Stando all'ASI, l'International Council of Nurses (ICN) mette in guardia da una penuria globale di personale. L'immenso stress causato dalla pandemia di coronavirus potrebbe spingere fino a tre milioni di persone a lasciare il mestiere.
Quota di abbandono in aumento - Anche in Svizzera, afferma l'associazione, si moltiplicano i segnali secondo cui la quota di abbandono della professione aumenterà dopo la pandemia. Stando alla direttrice dell'ASI Yvonne Ribi, già prima di essa quasi la metà del personale formato ha voltato le spalle al mestiere, molti prima del proprio 35esimo compleanno. Entro il 2030, viene aggiunto, mancheranno circa altri 65'000 infermieri.
I curanti, assieme al sindacato, avanzano quattro richieste: una maggiore protezione della salute anche dopo la pandemia, un migliore rapporto tra numero di addetti e di pazienti e una remunerazione più elevata, un finanziamento solidale e giusto delle cure e l'attuazione dell'iniziativa «Per cure infermieristiche forti».
In marzo le Camere federali hanno elaborato un controprogetto indiretto, che mira tra l'altro a promuovere la formazione. La Confederazione è disposta ad investirvi 469 milioni di franchi sull'arco di più anni. Aumenti salariali non sono invece previsti, in quanto considerati una questione tra le parti sociali. La discussione sull'iniziativa verrà completata nella sessione estiva.