Il Consiglio federale concretizza l’impiego dell'atteso passaporto vaccinale
Non sarà impiegato in luoghi quali i trasporti pubblici, la scuola, i negozi o il posto di lavoro. Il suo impiego non è previsto, ma possibile, nei ristoranti, al cinema o a manifestazioni con meno di 1000 persone.
BERNA - Tutte le persone in Svizzera dovranno avere accesso al certificato Covid. Grazie a questo attestato, rilasciato a chi è vaccinato, guarito o risultato negativo al test, saranno di nuovo possibili anche le grandi manifestazioni e potranno riaprire le strutture in cui il rischio di infezione è più elevato, quali le discoteche o i club. Il certificato sarà probabilmente richiesto anche per i viaggi internazionali, ecco perché è necessario che sia riconosciuto anche dagli altri Paesi.
Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha spiegato come sarà impiegato il certificato e definito la linea delle proposte che sottoporrà ai Cantoni, alle parti sociali e alle commissioni parlamentari. «Non si tratta chiaramente di un obbligo, ma di una soluzione», ha precisato in conferenza stampa Alain Berset.
Il certificato non sarà impiegato in luoghi della vita quotidiana, quali i trasporti pubblici, la scuola, i negozi o il posto di lavoro. Il suo impiego non è previsto, ma possibile, nei ristoranti, nelle sale cinematografiche o a manifestazioni con meno di 1000 persone.
L'obiettivo è quello di permettere di svolgere nuovamente determinate attività durante un periodo di transizione. Grazie a questo attestato qualsiasi persona potrà provare di essere immune al virus (perché vaccinata o guarita) o che la probabilità che sia contagiosa è molto bassa (perché risultata negativa a un test effettuato di recente).
Disponibile anche per chi non è vaccinato - Anche chi non può o non vuole farsi vaccinare avrà la possibilità di ottenere un certificato sottoponendosi a un test per il coronavirus. I test fai da te non sono sufficienti per ottenere un certificato perché non sono abbastanza precisi. Ai bambini e agli adolescenti fino a 16 anni sarà accordato un accesso generale senza certificato COVID.
Il Consiglio federale intende impiegare il certificato soltanto per il tempo necessario.
L'obiettivo è di ridurre gradualmente, fino ad abrogarle del tutto, le prescrizioni per i piani di protezione seguendo il modello a tre fasi. Per l’impiego del certificato il Consiglio federale distingue tre settori:
Settore verde: impiego del certificato escluso
Il primo settore − quello verde − comprende i luoghi della vita quotidiana e i contatti con le autorità. Qui il certificato è esplicitamente escluso poiché sono in gioco compiti dello Stato o libertà e diritti fondamentali. In questo settore rientrano per esempio le manifestazioni private e religiose, i trasporti pubblici, i negozi, il posto di lavoro e la scuola.
Settore arancione: l’impiego del certificato evita chiusure o è volontario
Il secondo settore − quello arancione − include i luoghi che rientrano soltanto parzialmente nella vita quotidiana, ma che sono frequentati da un gran numero di persone. Quali esempi si possono citare i bar e i ristoranti, le manifestazioni, le strutture ricreative, sportive e per il tempo libero, le società sportive e culturali o le visite a ospedali e case di cura. Qui l’impiego del certificato non è previsto. Tuttavia, se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare e vi fosse il rischio di un sovraccarico del sistema sanitario, l’accesso sarà limitato alle persone con un certificato COVID per evitare chiusure. Al momento, grazie all’andamento della campagna di vaccinazione, c’è motivo di credere che non sarà necessario.
In questo settore, in cui entrano in gioco rapporti legali tra privati, sarà tuttavia possibile impiegare il certificato su base volontaria fino a quando non potranno essere revocate le prescrizioni per i piani di protezione. Un ristorante, un cinema o un centro fitness potrà, per esempio, limitare l’accesso a persone con un certificato COVID per rinunciare a piani di protezione, a limitazioni della capienza o all’obbligo della mascherina.
Settore rosso: l’impiego del certificato permette riaperture
Il terzo settore − quello rosso − include il traffico internazionale di passeggeri e i luoghi sensibili dal punto di vista epidemiologico, quali le grandi manifestazioni o le discoteche.
Probabilmente molti Stati richiederanno un certificato COVID all’ingresso. Per le grandi manifestazioni così come per i club e le discoteche, l’impiego del certificato è previsto nella strategia di riapertura del Consiglio federale. Anche qui dovrà però essere limitato nel tempo.
Per le grandi manifestazioni, il Consiglio federale prevede una riapertura con un aumento graduale del numero massimo di persone.
Attuazione del certificato
Il Consiglio federale ha concretizzato oggi l’impiego del certificato. I dettagli della sua attuazione e le pertinenti modifiche di ordinanza saranno posti in consultazione l’11 giugno.
Una decisione dovrebbe essere presa il 18 giugno. È previsto che i primi certificati saranno rilasciati gradualmente a partire dal 7 giugno. L’attestato sarà messo a disposizione della popolazione al più tardi alla fine di giugno, quando primi provvedimenti saranno associati al suo impiego. L’Ufficio federale dell’informatica e della telecomunicazione sta lavorando per realizzare un attestato compatibile con l’UE, sicuro e il più semplice possibile. I lavori procedono secondo i piani. Il codice sorgente sarà reso pubblico. Con il certificato, il Consiglio federale attua un mandato del Parlamento, che nella scorsa sessione primaverile aveva inserito una nuova disposizione nella legge COVID-19 (art. 6a).