Lo sostengono i risultati incoraggianti di due nuovi studi internazionali che delimitano il fenomeno
E anche il vaccino può aiutare a far sparire i sintomi: «Come faccia è ancora tutto da capire», spiega l'infettivologo
BASILEA - È una delle grandi preoccupazioni legate al coronavirus, quella dei “postumi” legati al long Covid che - in molti - temono possa diventare un'emergenza nell'emergenza sanitaria.
Chi il Covid ce l'ha avuto lo sa come ci si può sentire anche dopo guariti: con poche energie, facili alla spossatezza e con una persistente difficoltà a concentrarsi e a trovare le parole giuste. Questi possono presentarsi anche nei casi lievi o asintomatici.
In quelli più acuti, invece, si arriva a problemi che possono avere un impatto importante sulla vita dell'ex-malato: dolori cronici, problemi cardiopolmonari anche gravi, trombosi, ictus ed episodi di psicosi.
A questa preoccupazione - anche figlia dell'allarme dei primi casi e della giovane vita di un virus, di cui si sa ancora molto poco - è giusto e corretto contrapporre una ventata d'ottimismo che arriva da due studi recenti, uno americano e uno danese.
Proprio di questi, il TagesAnzeiger ha recentemente voluto parlare con l'infettivologo dell'Ospedale universitario di Basilea, Manuel Battegay che ha tratteggiato una situazione abbastanza rincuorante.
In primo luogo, che dal Long Covid si guarisce: al di là di quanto possano essere noiosi i sintomi (e lo sono) la quasi totalità dei pazienti si riprende in un periodo che vai dai 3 ai 6 mesi. Quelli ad avere più difficoltà sono, come prevedibile, quelli con un Post Covid acuto ma - anche qui - in una sparuta minoranza dei casi è necessario un trattamento ospedaliero.
Le conseguenze davvero gravi, conferma Battegay «sono in realtà piuttosto rare anche se non si può negare che ve ne siano». In generale, però, i sintomi più frequenti sono quelli di stanchezza e difficoltà di concentrazione.
In secondo luogo, che sì, può essere una cosa lunga: i nuovi studi non contraddicono infatti i precedenti che sostengano che il 25% di chi è stato malato soffre ancora di un qualche tipo di sintomi (compresa la perdita di gusto/olfatto) fino a 6 mesi dopo.
La casistica è effettivamente diffusa ma anche difficile da quantificare: «Si tratta di sintomi lievi che passano facilmente inosservati», spiega l'infettivologo, «vero è che si tratta comunque di persone che vedono in qualche modo intaccata la loro produttività e la loro vita in modo possibilmente significativo».
In terzo luogo, che la vaccinazione può far sparire alcuni di questi sintomi, anche se non si capisce ancora esattamente come succeda, e ci sono diversi altri studi che si stanno occupando di capirlo: «Solitamente il virus cessa di replicarsi dopo 2 settimane», commenta Battegay, «il Long Covid deriva dall'infiammazione che la malattia si lascia dietro. Non è escluso che, forse, il vaccino neutralizzi alcuni residui virali rimasti nell'organismo ma è ancora tutto da capire».
Come comportarsi se, una volta guariti, si soffre di Long Covid?
Vista la varietà di sintomi, non esiste una terapia specifica: «Bisogna avere fiducia nell'autoguarigione», conferma Battegay, «come per altre patologie virali di questo tipo, sconsiglierei di fare grandi sforzi fisici nelle settimane o nel mese seguenti perché vi è rischio d'infiammazioni cardiache. Tuttavia non è sbagliato sforzarsi e sfidare i propri limiti, soprattutto per quanto riguarda i disturbi della concentrazione».