Svizzera e Stati Uniti si tendono la mano per le sfide future che il mondo dovrà affrontare dopo la pandemia.
Questioni economiche e di formazione e ricerca, libero scambio e diplomazia sul tavolo dell'incontro tenutosi tra Guy Parmelin e Joe Biden.
GINEVRA - Dopo essere atterrato nel primo pomeriggio in una Ginevra blindatissima, il presidente americano Joe Biden ha raggiunto l'Intercontinental Hotel per un incontro a porte chiuse - durato una trentina di minuti - con il suo omologo Guy Parmelin e il Ministro degli Esteri Ignazio Cassis.
I temi sul tavolo - Nel colloquio le due delegazioni - presenti anche il Segretario di Stato a stelle e strisce Anthony Blinken e le segretarie di Stato elvetiche Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch e Livia Leu - hanno parlato di libero scambio, questioni economiche, di formazione e ricerca e ovviamente di diplomazia, visto che la Svizzera rappresenta gli interessi americani in Iran.
«Clima costruttivo» - «Abbiamo discusso delle relazioni bilaterali tra Svizzera e Stati Uniti in un clima costruttivo», ha esordito il presidente della Confederazione alla fine del colloquio. I due Paesi, ha poi precisato Parmelin, intendono continuare le loro discussioni per sancire un accordo bilaterale di libero scambio. L'intesa, ha spiegato, permetterebbe infatti a Berna e Washington di ampliare ulteriormente le loro «fruttuose relazioni economiche».
Formazione e ricerca - Anche un accordo sulla formazione e sulla ricerca è stato tema di discussione: «Speriamo di concluderlo entro la fine dell'anno», ha precisato Parmelin, sottolineando il «grande interesse» mostrato da Biden per «l'espansione della cooperazione» a livello universitario.
I jet - Biden ha da parte sua pubblicizzato i due jet da combattimento a stelle e strisce - l'F-35 Lightning fabbricato dalla Lockheed Martin e dell'F/A-18 Super Hornet della Boeing - in corsa per diventare i nuovi caccia della Confederazione. «Ma nessuna scelta è stata ancora presa», ha spiegato Parmelin precisando «di non aver fatto promesse» ma che la Svizzera «seguirà una procedura chiara» prima di compiere la propria decisione.
Situazione «complicata» con l'Iran - Durante la mezz'ora di discussioni, si è naturalmente trattato anche di diplomazia. Ignazio Cassis ha precisato che la situazione con l'Iran permane complicata. Gli Stati Uniti, secondo quanto detto dal responsabile del DFAE, vorrebbero fare «dei passi in avanti» per l'accordo nucleare, ma che non sussistano «grandi speranze» per una soluzione in tempi brevi. La Svizzera continuerà comunque nel suo lavoro per permettere il dialogo tra Stati Uniti e Iran.
Un incontro di «speranza» Il discorso si è poi inevitabilmente spostato sull'incontro di domani tra Joe Biden e Vladimir Putin che si terrà a Villa La Grange, magnifica magione risalente al diciottesimo secolo. «Speriamo che Stati Uniti e Russia possano trovare insieme soluzioni concrete che facciano del bene all'intera comunità mondiale così toccata dalla crisi pandemica», sottolinea il presidente della Confederazione che ha definito l'incontro come «un segno di speranza».