Il rapporto tra le due superpotenze ha raggiunto «il punto più basso da anni». Dal vertice si aspetta «un miracolo»
Dopo l'arrivo in Svizzera di Biden, oggi è previsto quello di Putin. Alle 13 avranno inizio i colloqui negli spazi della Villa La Grange
GINEVRA - Tutti i riflettori sono puntati su Ginevra per l'odierno incontro (previsto alle 13) tra il presidente statunitense Joe Biden e il suo omologo russo Vladimir Putin. L'aereo presidenziale americano è atterrato a Cointrin ieri pomeriggio, mentre l'arrivo del capo del Cremlino è atteso per oggi.
Dopo Donald Trump, che aveva portato avanti una politica a favore della Russia, con l'elezione di Biden i rapporti tra le due superpotenze sono affondati, raggiungendo - secondo le stesse dichiarazioni di Putin - «il punto più basso da anni».
«Assassino», sanzioni e Navalny - Lo scorso marzo, in un'intervista Biden aveva definito Putin come «un assassino». A quel punto il Cremlino aveva richiamato in patria i suoi ambasciatori negli Stati Uniti. Il portavoce di Putin aveva detto che nessun presidente americano aveva mai fatto un'affermazione del genere. Apparentemente, Biden non aveva nessuna intenzione di dare una svolta (in meglio) ai rapporti con la Russia.
Di recente hanno fatto notizia anche diversi attacchi hacker russi su infrastrutture, autorità e ONG statunitensi. Putin ha inoltre reagito alle sanzioni americane vietando l'ingresso a rappresentanti del Governo statunitense e provvedendo all'espulsione di dieci diplomatici USA. Lo scorso maggio Mosca ha inoltre riconosciuto gli Stati Uniti come «Stato ostile alla Russia».
La tensione tra i due paesi è anche dovuta alla presunta interferenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi. E quando parla della questione dei diritti umani, è verosimile che Biden si riferisca in particolare al caso Navalny. Lo scorso agosto il critico della Russia Alexei Navalny è stato vittima di un avvelenamento. E dopo le cure in Germania, è tornato in Russia dove è stato condannato alla prigionia. Il Cremlino ha definito la sua rete di associazioni politiche come «estremista» e l'ha bandita.
Il DFAE spera nel dialogo - Le tensioni tra i due paesi sono dovuti anche a conflitti geopolitici, come la guerra in Siria o nell'Ucrainia orientale. E poi Stati Uniti e Russia si accusano a vicenda di violare accordi internazionali. L'ex presidente USA Donald Trump aveva per esempio annunciato il ritiro del paese dallo storico trattato sui missili nucleari con la Russia.
Da parte sua, di recente il Cremlino è uscito dal trattato sui Cieli Aperti, che serve a garantire trasparenza sui voli di osservazione di intelligence. L'anno scorso gli Stati Uniti si erano ritirati, accusando la Russia di ripetute violazioni.
Alla luce di tutto questo, l'odierno incontro sarà in grado di riavvicinare le due superpotenze così come avvenne con quello del 1985, sempre a Ginevra, tra Reagan e Gorbaciov? Il quotidiano russo “Nezavisimaya Gazeta”, vicino al Cremlino, ha definito il vertice come «un evento centrale nella politica mondiale».
E il Dipartimento federale degli affari esteri, di cui è capo il ministro Ignazio Cassis, spera «in un dialogo costruttivo».
Si giungerà al disarmo? - L'attenzione è puntata in particolare sugli armamenti delle due superpotenze, con l'obiettivo che le tensioni non degenerino in una guerra. Si stima che attualmente la Russia possieda 1'570 testate nucleari utilizzabili, gli Stati Uniti 1'750. La “Nezavisimaya Gazeta” auspica, infatti, che si riesca a definire una tabella di marcia per relazioni bilaterali che pongano l'accento sul controllo degli armamenti.
Un'aspettativa, questa, che viene comunque smorzata da entrambe le parti. Il periodico moscovita “Russia in Global Affairs” ha riassunto così la questione: «Tutti stanno aspettando un miracolo». Putin e Biden sembrano comprendere che non ci può essere un'ulteriore escalation delle tensioni. Il portavoce per la politica estera di Putin ha definito la situazione come «quasi critica». Qualcosa deve quindi essere fatto e il vertice sarebbe un primo passo in questa direzione. Anche secondo il ministro degli esteri Antony Blinken il dialogo è importante.
L'ex diplomatico elvetico Max Schweizer osserva che da parte degli Stati Uniti c'è la volontà di migliorare i difficili rapporti con la Russia. E ritiene che sia già un successo il fatto che questo incontro tra Biden e Putin abbia luogo. Per il presidente americano, un accordo dipenderà comunque da diversi fattori. Per esempio, «la pressione della Russia sull'Ucraina».
Se il vertice andrà bene, ci si potrà aspettare un ritorno degli ambasciatori russo e statunitense, ha detto il portavoce di Putin. «Sarebbe un grande successo se potessero tornare al loro lavoro».