Il Nazionale ha tacitamente accettato una mozione che ne chiede l'edificazione
BERNA - La Svizzera avrà presto un memoriale ufficiale per le vittime del nazionalsocialismo. Il Consiglio nazionale ha tacitamente adottato oggi una mozione di Alfred Heer (UDC/ZH) che ne chiede l'edificazione. Gli Stati avevano adottato la settimana scorsa un testo analogo depositato da Daniel Jositsch (PS/ZH).
Per Heer e Jositsch è «incontestabile» che la memoria debba essere preservata. «Anche le generazioni future devono sapere che cosa è successo, per capire quanto sono fragili la democrazia e lo Stato di diritto e a cosa possono portare il razzismo e la discriminazione», si legge nel testo dei due atti parlamentari.
Durante le discussioni al Consiglio degli Stati, oggi al Nazionale la mozione è stata approvata senza che ci sia stato un dibattito, il consigliere federale Ignazio Cassis aveva detto che il Dipartimento federale degli affari esteri, in collaborazione con gli altri dipartimenti interessati - in particolare quello dell'economia, della formazione e della ricerca e dell'interno - e con la partecipazione dei Cantoni coinvolti presenterà al governo alcune opzioni per la realizzazione di un simile memoriale in Svizzera, proponendo anche forme di comunicazione adeguate.
Da notare che le mozioni si sommano a una petizione al Consiglio federale inoltrata il 25 maggio scorso da circa 150 personalità, tra cui l'ex consigliera federale socialista Ruth Dreifuss - prima persona di religione ebraica eletta in governo - e 30 organizzazioni per l'erezione di un memoriale per le vittime, tra cui centinaia di svizzeri, del nazionalsocialismo.
Il memoriale, la cui erezione è sostenuta dall'Amitié judéo-chrétienne en Suisse, dall'Organizzazione degli Svizzeri all'estero, dalla Federazione svizzera delle comunità israelite, dal Centro per gli studi ebraici dell'Università di Basilea e dall'Archivio per la storia contemporanea del Politecnico federale di Zurigo, vuole onorare le vittime del nazismo, ma anche coloro che si adoperarono per aiutare i perseguitati e che per questo ebbero problemi con la giustizia.
Tra le vittime del nazismo perite nei campi di concentramento si contano anche numerose persone, specie donne, che per matrimonio persero la nazionalità svizzera. Di recente, la casa editrice NZZ Libro ha dato alle stampe il volume, dal titolo emblematico, "Die Schweizer KZ-Häftlinge. Vergessene Opfer des Dritten Reichs", in cui si fa stato di centinaia di persone - donne, uomini, bambini, ebrei, socialisti, omosessuali, testimoni di Geova, membri della resistenza o esponenti delle minoranze etniche romanì come i Sinti e i Roma - rinchiuse nei campi di concentramento. Il sostegno da parte delle autorità elvetiche dell'epoca fu sovente timido, se non assente.