Da ieri non è più obbligatorio lavorare da casa. Ma molti dipendenti vorrebbero rimandare il rientro in ufficio.
L'esperto: «C'è la paura di un contagio che potrebbe rovinare un viaggio pianificato».
ZURIGO - Addio al telelavoro: da ieri 26 giugno l'obbligo è diventato una raccomandazione, come annunciato dal Consiglio federale. Una decisione molto attesa dall'Unione svizzera degli imprenditori, secondo cui il provvedimento era ormai superato grazie alle misure di protezione adottate nelle aziende.
Tra i dipendenti che dallo scorso gennaio si sono ormai abituati a svolgere il lavoro dal proprio domicilio, non manca invece chi vorrebbe evitare il rientro in ufficio. Ma da ieri (o comunque dopo il weekend) in molti si devono riabituare a uscire di casa. Per motivarli, lunedì nelle filiali dei chioschi Valora sarà tra l'altro offerto un caffè ai pendolari.
Ma come mai molti lavoratori temono il ritorno in ufficio? Secondo l'esperto del personale Matthias Mölleney dipende dal momento in cui questo allentamento è stato introdotto: «In molti stanno attualmente pianificando le vacanze estive e ora hanno paura che un contagio possa rovinare il loro viaggio». L'esperto si aspetta quindi che il grande ritorno volontario negli uffici non avvenga prima di agosto. Tuttavia, le aziende hanno la facoltà di ordinare il rientro, in quanto - lo ricorda Mölleney - non esiste il diritto di lavorare da casa. «Ma consiglierei ai datori di lavoro di non intraprendere ora azioni radicali».
Questione di vaccino - Sono soprattutto i lavoratori che non hanno ancora ricevuto entrambe le dosi del vaccino che potrebbero temere maggiormente il rientro in azienda. Questo perché anche negli uffici viene revocato l'obbligo generale di mascherina. «E se i dipendenti non si sentono a loro agio, ne risentono anche le loro prestazioni» afferma ancora Mölleney. La misura del telelavoro andrebbe quindi tolta gradualmente. In questo modo ci potrebbe per esempio essere un periodo di transizione, in cui tornano in ufficio soltanto coloro che sono completamente immunizzati. E nel momento in cui saranno vaccinati tutti i collaboratori che lo desiderano, potrà allora avvenire il rientro completo.
E per quanto riguarda i dipendenti che non hanno nessuna intenzione di farsi vaccinare? Non è una scusa per restare a casa. E nemmeno un aspetto su cui si deve basare la decisione aziendale per il rientro in ufficio: «Tali lavoratori sono consapevoli di correre il rischio di essere infettati» conclude Mölleney.