Il dibattito politico tra chi vorrebbe misure più drastiche e chi vorrebbe solo una maggior persuasione è aperto.
La Confederazione per ora «raccomanda fortemente» alla popolazione di vaccinarsi. Ma alcuni esperti vorrebbero che i non vaccinati «pagassero di tasca propria» un eventuale ricovero. Altri trovano questa soluzione «assurda».
BERNA - Il dibattito (anche politico) sulla vaccinazione divide il paese. La campagna svizzera sta rallentando e alcuni esperti sostengono che per darle nuovamente vigore la Confederazione dovrebbe introdurre misure più drastiche. «I non vaccinati vanno apertamente discriminati», ha sostenuto ieri l'esperto in economia comportamentale Gerhard Fehr. Una dichiarazione forte che non ha fatto l'unanimità. «Si tratta d'incoraggiare le persone a vaccinarsi», ha da parte sua precisato in conferenza stampa la responsabile della Sezione malattie infettive dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), sottolineando che la Confederazione non vuole introdurre restrizioni e obblighi, ma che la vaccinazione resta «fortemente raccomandata».
Alcuni politici ed esperti, però, vorrebbero che il Governo utilizzasse una mano più pesante nei confronti di chi non vuole vaccinarsi. Un famoso infettivologo, che vuole rimanere anonimo, sostiene che l'unico modo per convincere queste persone è «toccarla sul portafogli». «Qualora un non vaccinato finisse in ospedale per complicazioni provocate dal Covid-19 - precisa a 20 Minuten - la sua cassa malati dovrebbe poter rifarsi finanziariamente su di esso. E i conti».
«Gente da biasimare» - Un po' meno decisa è la posizione espressa dal consigliere nazionale del PLR Philippe Nantermod, che non arriverebbe a tanto. «Non esiste una base legale per questo», precisa il parlamentare sottolineando però che in caso di peggioramento della situazione pandemica i non-vaccinati andrebbero maggiormente penalizzati. «Se dovesse esserci una nuova ondata la colpa ricadrà su quel 30%-40% della popolazione che non ha voluto vaccinarsi. E a quel punto alcuni provvedimenti che limitano le loro libertà sarebbero giustificati. Le persone che non si vaccinano ovviamente non hanno paura della malattia, ma forse la possibilità di essere esclusi dalla vita sociale li potrebbe spaventare».
Motivazioni diverse - Di altro parere è Simon Wieser, direttore dell'Istituto di economia sanitaria presso l'Università di scienze applicate di Zurigo. «L'implementazione di queste restrizioni sarebbe molto complessa e avrebbe poco senso». Per lo studioso bisognerebbe infatti tener conto e capire le motivazioni del perché alcuni non vogliano vaccinarsi. «Dietro potrebbero esserci motivi rilevanti come malattie o problemi psicologici. Trasferire su di loro i costi sarebbe ingiusto».
«Assurdo punire i non vaccinati» - Totalmente contrario a ogni misura è invece il consigliere nazionale Marcel Dobler: «Punirli sarebbe assurdo», precisa il parlamentare liberale-radicale. «Allora bisognerebbe chiedere di pagare i costi sanitari anche agli obesi, ai fumatori e agli alcolisti».
Convincere con la campagna - La consigliera nazionale Regine Sauter confida invece nella persuasione del Consiglio federale. «L'unico modo per convincere la gente è con delle campagne credibili». Il presidente della Commissione federale per le vaccinazioni Christoph Berger concorda: «Non chiediamo solo alle persone di vaccinarsi, le incoraggiamo a farlo. Ma ulteriori pressioni sarebbero addirittura controproducenti». L'argomento principale resta l'efficacia dei preparati: «Abbiamo visto che la vaccinazione funziona e che gli effetti collaterali sono gestibili».