Era stato coinvolto nell'uccisione di due turiste scandinave. La moglie: «Siamo scioccati».
BERNA / RABAT - La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha avviato una procedura di ritiro della nazionalità per uno svizzero imprigionato in Marocco. L'uomo, che ha anche la cittadinanza britannica, era stato condannato nel 2019 a cinque anni di prigione per terrorismo.
Il ginevrino, un informatico che aveva 33 anni al momento del fermo, era stato arrestato a Temara, nei pressi della capitale Rabat, durante un'ondata di fermi seguita alla decapitazione di due giovani turiste scandinave a metà dicembre del 2018, mentre le due donne si trovavano in gita lungo la catena montuosa dell'Atlante.
L'uomo aveva ricevuto una mail da uno dei 24 uomini perseguiti per il doppio omicidio, un cittadino svizzero e spagnolo poi condannato a 20 anni di prigione.
«Siamo molto scioccati. Togliere la nazionalità a qualcuno è un'azione molto violenta», ha dichiarato stasera la moglie del ginevrino alla RTS durante il telegiornale delle 19.30. L'uomo, cui è stato negato il trasferimento in Svizzera, sta pensando a uno sciopero della fame per far valere le sue ragioni.
Inizialmente l'informatico era stato condannato a 10 anni di reclusione, ma la sua pena è stata poi dimezzata. Un tribunale marocchino ha confermato invece in appello, nell'ottobre 2019, la condanna a morte di tre uomini per l'omicidio delle giovani turiste.