Il racconto di uno sciatore romando che ha visto un pezzo di montagna staccarsi sul ghiacciaio di Les Diablerets.
Un evento «spettacolare, ma relativamente minore», secondo il geologo cantonale vallesano, Raphaël Mayoraz.
SION - Ieri mattina Javier*, uno sciatore appassionato, si stava godendo un bellissimo strato di neve fresca sul ghiacciaio di Les Diablerets - un evento raro per il mese di luglio - quando un pezzo della montagna si è improvvisamente staccato, spaventandolo a morte.
Poco prima, dopo una bella discesa, l'escursionista stava valutando se ridiscendere il ghiacciaio Del Dôme, optando infine per la rinuncia, in modo da non correre rischi mentre sciava da solo. Col senno di poi, ovviamente, ha fatto benissimo.
«Ero davvero spaventato»
«Avevo spento la mia Go pro, ma all'improvviso ho sentito dei rumori di scricchiolii e spaccature. Ho subito riacceso la telecamera e un pezzo di montagna si è staccato davanti ai miei occhi», ha raccontato Javier* al quotidiano 20 Minutes. Infatti, un pezzo di falesia è crollato nella zona di Del Dôme, a 2995m, appena sotto la cima di Les Diablerets (3210m).
«Ho sentito il terreno vibrare sotto i miei sci, c'è stato un rumore enorme e si è formata una grande nuvola di polvere», ha poi aggiunto, «ero davvero spaventato, avevo paura che la caduta causasse una valanga o che si formassero dei crepacci. Sono sceso subito».
Dalle parti della località sciistica Glacier 3000, nessuno ha visto o sentito nulla. «Non c'è motivo di allarmarsi, vista la distanza dalle strutture», ha commentato lo staff. Il sentiero escursionistico corre a nord del Dôme, e non è quindi stato interessato dal crollo.
Spettacolare, ma relativamente minore
«È successo sul lato vallesano», ha confermato Raphaël Mayoraz, geologo cantonale, che è salito a vedere la situazione nel pomeriggio.
Si tratta di una sezione di roccia alta circa 30m, che è crollata dalla parete sud di Les Diablerets su un piccolo ghiacciaio. Secondo Mayoraz, non rappresenta alcun pericolo per le persone e le infrastrutture, tranne forse per gli alpinisti.
«L'evento è spettacolare ma relativamente minore in termini di volume e impatto, non comporta un cambiamento molto visibile nella morfologia del terreno» ha chiarito l'esperto, che ha ricondotto quanto accaduto «all'erosione naturale del massiccio, e alle piogge degli ultimi giorni».
Infatti, «non c'è traccia di ghiaccio, e non è quindi un evento legato allo scioglimento del permafrost. L'ipotesi del congelamento/scongelamento durante la notte è plausibile, ma difficile da provare. Inoltre, l'evento non è legato al cambiamento climatico e secondo me il ritiro del ghiacciaio non ha un impatto diretto sull'instabilità della parete rocciosa».
*nome noto alla redazione