Un comitato composto da diverse sezioni giovanili si oppone all'iniziativa 99% proposta dal GISO.
«Usano la retorica della lotta di classe, ma con il pretesto di attaccare l'1% più ricco il reddito del capitale sarà tassato già dal primo franco per tutti».
BERNA - L'Iniziativa 99%, in votazione il 26 settembre, minaccia l'esistenza di start-up, aziende agricole e imprese a conduzione famigliare. Lo indica un comitato composto dalle sezioni giovanili di PLR, UDC e PVL i cui rappresentanti, tutti giovani imprenditori e agricoltori, si sono presentati oggi davanti alla stampa.
La retorica impiegata dalla Gioventù socialista (GISO), movimento all'origine della proposta di modifica costituzionale, è quella della lotta di classe: «Bisogna far pagare i ricchi», denuncia il comitato interpartitico. Questo però mette in guardia dalle brutte sorprese: con questo testo il reddito del capitale sarà tassato già dal primo franco.
Il verde-liberale Maxime Auchlin, responsabile dello sviluppo dell'impresa orologiera famigliare situata nel canton Neuchâtel, sostiene come non sia ragionevole aggiungere incertezza aumentando il carico fiscale «proprio quando stiamo lottando per uscire dalla crisi generata dal coronavirus». Anche l'innovazione e la transizione energetica subirebbero conseguenze.
«I giovani socialisti pensano troppo spesso che i padroni siano per definizione esseri avidi, che mirano solo al loro arricchimento personale», afferma ancora Auchlin. Tuttavia, essere alla testa di una PMI significa soprattutto garantire la perennità dell'impresa e degli impieghi.
Geoffray Sirolli, giovane agricoltore di Corsier (GE), sottolinea che l'iniziativa, con il pretesto di attaccare solo l'1% più ricco, colpirà particolarmente i giovani agricoltori e la trasmissione delle aziende alle nuove generazioni di contadini. Ciò potrebbe mettere in pericolo l'agricoltura svizzera.
Infine, per Raphael Tobler (PLR), presidente della Swiss Startup Association, con la nuova tassa prevista dall'iniziativa non ci sarebbero più incentivi per investire nelle giovani leve. Conseguenza: l'innovazione sarà rallentata e i posti di lavoro minacciati.
Le richieste dell'iniziativa - La proposta di modifica costituzionale, presentata da GISO, mira ad aumentare le imposte per i più ricchi in modo da sgravare i piccoli e medi redditi, ovvero il 99% della popolazione. Per assicurare una migliore distribuzione della ricchezza, l'iniziativa prevede una imposizione del 150%, invece del normale 100%, per la parte di reddito da capitale - dividendi, guadagni da interessi o affitti dedotti i costi di manutenzione e gestione - superiore a una soglia definita per legge e non precisata nel testo.
I particolari andrebbero disciplinati dalla legge. Per garantire che i piccoli risparmiatori non vengano danneggiati, i promotori dell'iniziativa evocano un importo esente di 100 mila franchi. Esonerati dalla maggiore tassazione sarebbero anche le pensioni assicurate dal primo e dal secondo pilastro.
Stando a Gioventù socialista, dai 5 ai 10 miliardi di franchi potrebbero essere redistribuiti, grazie ai contributi dell'1% dei più facoltosi. Questa somma potrebbe servire per ridurre l'imposizione delle persone che dispongono di bassi o medi salari, finanziare prestazioni sociali come asili nido e sussidi all'assicurazione malattia o alla formazione.
Governo e Parlamento, a eccezione della sinistra, chiedono la bocciatura dell'iniziativa. Dal loro punto di vista in Svizzera l'imposizione fiscale è già relativamente elevata e inoltre esiste già una considerevole ridistribuzione. I contrari paventano inoltre il rischio che i contribuenti più facoltosi lascino il nostro Paese o non vi si insedino.