I direttori della sanità ritengono «comprensibile» passare alla fase di normalizzazione senza ulteriori allentamenti.
E avvertono: «Questa fase non deve comunque condurre a un falso sentimento di sicurezza».
BERNA - La decisione del Consiglio federale di passare alla fase di normalizzazione senza ulteriori allentamenti è comprensibile secondo la Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS). Il passaggio alla fase di normalizzazione non deve tuttavia condurre a un falso sentimento di sicurezza.
La situazione epidemiologica resta molto volatile, ricorda la CDS. Se necessario i cantoni e la Confederazione devono ancora essere in grado di adottare rapidamente misure. Per il momento conviene dunque mantenere la situazione particolare.
Rispetto al documento di riflessione sul modello delle tre fasi presentato a metà maggio le differenti fasi hanno pure perso importanza, visto che si è aggiunto un nuovo elemento con la comparsa della variante Delta, ormai dominante. È diventato chiaro che gli allentamenti delle misure non possono essere definiti con così largo anticipo. Intanto i Cantoni, con vari tipi di campagne, vogliono continuare i loro sforzi per accrescere la propensione a farsi vaccinare.
La CDS concorda anche sulla proposta di sopprimere la distribuzione gratuita di cinque test rapidi al mese alle persone non ancora completamente vaccinate o non guarite: la loro importanza è in calo e i risultati sono meno affidabili che quelli dei test PCR o antigenici.
Mentre per quel che concerne la fine della presa a carico dei test per le persone asintomatiche, la Conferenza ritiene che dopo il primo ottobre serve un periodo transitorio di diverse settimane perché tutte le persone che vogliono ancora farsi vaccinare possano farlo entro la fine della copertura dei costi.