Secondo Martin Ackermann, ci sono state «molte persone naturalmente prudenti». Più critico il giudizio su Berna.
Fosca la previsione per l'autunno: «Se i non vaccinati si ammalano entro pochi mesi, ci saranno molti ricoveri».
BERNA - Secondo il presidente uscente della task force scientifica federale, Martin Ackermann, la Svizzera ha trovato il giusto equilibrio nella gestione della pandemia di Covid-19. A suo avviso, del resto, lo Stato non deve regolamentare tutto.
«Molte persone sono naturalmente prudenti», ha dichiarato Ackermann in interviste pubblicate dalla Neue Zürcher Zeitung, dal Blick e dal sito nau.ch. «Quanto lo Stato ha prescritto è stato ben applicato dalla popolazione. È stata questa la chiave del successo».
Il suo bilancio della gestione della crisi da parte della Confederazione è più in chiaroscuro. All'inizio della pandemia, nella primavera del 2020, la Svizzera ha infatti reagito rapidamente con misure efficaci, che sono state ampiamente sostenute, osserva Ackermann sulla NZZ. In autunno, invece, il numero di casi di contagio da nuovo coronavirus è aumentato rapidamente e la risposta è stata troppo esitante.
Agendo prima, il peso sul sistema sanitario sarebbe stato ridotto di circa la metà. «Molte meno persone si sarebbero ammalate e molte meno sarebbero morte». Quest'anno, infine, l'epidemia ha potuto essere contenuta con misure più moderate rispetto ai Paesi vicini, nota il biologo.
Tutti saranno infettati
L'intensità della quarta ondata di COvid-19 dipenderà dal numero di persone vaccinate e dal comportamento degli svizzeri, continua. «Ma è chiaro che il virus non scomparirà. Le persone non vaccinate saranno prima o poi infettate», ha affermato Ackermann sul Blick.
Tre milioni di persone non hanno ancora raggiunto l'immunità al Covid-19, molte di più rispetto alle persone infettate finora. «Se i non immuni si ammalano entro pochi mesi, ci saranno molti ricoveri». A suo avviso bisogna facilitare l'accesso alla vaccinazione, al fine di aumentare la percentuale di vaccinati.
In un'intervista a nau.ch, l'esperto ha rivelato che la crisi non gli ha fatto dormire sonni tranquilli, letteralmente. «Spesso rimanevo sveglio di notte e avevo difficoltà ad addormentarmi», ha confessato. Ackermann ha quindi ammesso che, lo scorso inverno, la task force Covid-19 non sapeva se sarebbe stata capace di far ridurre il numero di casi ed evitare di sovraccaricare il sistema sanitario.