Finora, la politica non ha voluto puntare il dito contro gli scettici sul vaccino.
Qualcosa però sta iniziando a cambiare, complici l'aumento dei positivi e dei ricoveri in ospedale.
ZURIGO - I medici di terapia intensiva sono nuovamente alla ricerca di posti letto disponibili per i pazienti Covid, i politici discutono per applicare misure più severe, e il ministro della Sanità Alain Berset teme una nuova ondata.
Insomma, uno scenario già visto, con una sostanziale differenza. Oggi, infatti, il vaccino è disponibile in enormi quantità. Ma molti svizzeri lo evitano, sia perché non si fidano, sia perché non vedono in esso alcun vantaggio.
Per evitare una spaccatura nella società, i politici sono stati finora riluttanti a criticare gli scettici sui vaccini. Tre settimane fa - ricorda oggi il Blick -, Berset ha definito «bizzarro» il dibattito sull'ampliamento del certificato Covid. L'intenzione era chiara: non voleva mettere inutilmente sotto pressione i non vaccinati per paura che questo potesse rivelarsi controproducente.
Cambio di rotta - Ma la situazione sta cambiando. I positivi aumentano e sono soprattutto i ricoveri a preoccupare. Nove pazienti su dieci con coronavirus nelle unità di terapia intensiva non sono vaccinati.
Le parole del presidente della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS) Lukas Engelberger sono indicative del cambio di rotta: «Abbiamo servito la vaccinazione su un piatto d'argento. Ora tocca ai cittadini sfruttare questa opportunità. Se non lo fanno danneggiano loro stessi e la società».
Anche Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sembra aver perso la pazienza. In risposta a chi sostiene che gli ospedali non siano mai stati sovraccarichi ha dichiarato con tono insolitamente tagliente: «Certo che erano sovraccarichi!». Per aggiungere subito dopo: «Questo non significa che le persone morivano davanti all'ospedale. Il sovraccarico significa che entriamo in una situazione in cui non si è più in grado di offrire la totalità dei servizi».
Per prevenire situazioni simili, il Consiglio federale vuole utilizzare più ampiamente il certificato Covid. Solo coloro che sono stati vaccinati, guariti o testati possono accedere a ristoranti, cinema, teatri o centri fitness. Così come già si pratica nei paesi vicini.
Vaccinati arrabbiati - Il cambiamento di umore tra le autorità non è una coincidenza: riflette sostanzialmente solo lo stato d'animo della popolazione. A testimoniarlo è il direttore sanitario ginevrino Mauro Poggia, arrivato addirittura a suggerire di far pagare la degenza in ospedale ai pazienti positivi non vaccinati: «Nei mesi scorsi, ogni volta che pubblicavo un articolo scientifico sui social, a commentare erano quasi esclusivamente no-vax. Ed erano anche molto aggressivi», sottolinea.
Qualcosa ora è cambiato. «Oggi a commentare sono sempre più persone che contraddicono pubblicamente chi si oppone alla vaccinazione». Per Poggia, insomma, i vaccinati stanno perdendo la pazienza. «La gente sta notando che il ritorno alla normalità è stato ritardato dagli scettici sui vaccini».
Dello stesso parere è il medico cantonale di Basilea Thomas Steffen: «La gente sta iniziando a dirsi: "per non trascinare oltre questa situazione mi faccio vaccinare, altrimenti non migliorerà mai», sottolinea.
Eppure uno zoccolo duro di scettici sul Coronavirus continua a mobilitarsi contro la vaccinazione. Basti guardare le diverse centinaia di corona-scettici che sabato si sono dati appuntamento a Bellinzona per protestare contro le misure messe in atto per contenere la pandemia.