La taskforce scientifica nazionale fa il punto sui farmaci disponibili. Il desametasone riduce la mortalità
BERNA - Non esiste ancora la cura definitiva per i malati di Covid-19. Ma sono stati condotti o sono in corso migliaia di studi clinici per stabilire l'efficacia di decine di trattamenti. Nel frattempo è confermato che il desametasone (è il trattamento standard in Svizzera per le persone ricoverate) riduce la mortalità, con una diminuzione fino al 34% per i casi critici. Lo si evince un recente resoconto della taskforce scientifica nazionale, che fa il punto sull'efficacia dei principali farmaci.
Il Remdesivir sembra invece ridurre la durata di convalescenza e di ospedalizzazione nei pazienti affetti da Covid-19, senza avere però effetti sulla mortalità. Tale farmaco - lo sottolinea ancora la task force - non è usato sistematicamente in Svizzera.
Studi recenti indicano una riduzione significativa della mortalità, stimata al 15%, per il tocilizumab. Nei casi in cui un paziente con insufficienza respiratoria non risponde rapidamente al desametasone, l'Organizzazione mondiale della santià (OMS) ne raccomanda l'impiego.
Altri trattamenti non hanno mostrato un chiaro miglioramento in generale, ma potrebbero essere presi in considerazione in alcune situazioni, soprattutto in base all’imminente pubblicazione dei risultati degli studi. Gli anticoagulanti non hanno dimostrato di essere efficaci nei casi gravi di Covid-19, ma gli studi suggeriscono un possibile effetto positivo sulle forme lievi. La trasfusione di plasma prelevato da persone guarite sembra poter avere un effetto positivo soltanto se eseguita precocemente e in pazienti con basse difese immunitarie.
Gli anticorpi monoclonali sono utili quando, subito dopo la diagnosi, si sospetta un decorso grave della malattia in pazienti particolarmente fragili. Potrebbe essere un vantaggio prescrivere questi farmaci biologici ai pazienti ospedalizzati quando non hanno avuto il tempo di sviluppare le proprie difese, secondo la taskforce.