L'alta Corte di Zugo ha accolto il ricorso della giornalista Michèle Binswanger, revocando il divieto di pubblicazione.
Lo scritto rievoca i fatti che hanno coinvolto nel 2014 l'allora granconsigliera.
ZUGO - La giornalista zurighese Michèle Binswanger può ora pubblicare il suo libro nel quale vengono raccontati i fatti che hanno coinvolto nel 2014, l'allora granconsigliera di Zugo Jolanda Spiess-Hegglin durante i festeggiamenti ufficiali per la nomina del nuovo presidente del governo cantonale. L'alta Corte di Zugo ha accolto il ricorso della giornalista del Tages-Anzeiger e ha revocato i divieti ordinati dal tribunale di prima istanza. Spiess-Hegglin è intenzionata a fare appello al Tribunale federale (TF).
Per il procedimento di prima e seconda istanza, Spiess-Hegglin dovrà pagare un totale di 20'000 franchi di spese processuali e circa 28'000 franchi svizzeri di spese legali a Michèle Binswanger, ha annunciato oggi l'alta Corte di Zugo. La sentenza non è ancora passata in giudicato.
L'ex deputata ecologista ha confermato a Keystone-ATS di voler fare ricorso al TF. Questo passo è tuttavia molto costoso e deve quindi prima vedere se e come può finanziarlo, ha indicato.
La festa a fine 2014 - Gli eventi sotto la lente risalgono alla notte fra il 20 e il 21 dicembre 2014, avvenuti in un albergo di Zugo in seguito ai festeggiamenti ufficiali per la nomina del nuovo presidente del governo cantonale, il consigliere di Stato UDC Heinz Tännler.
L'allora 34enne Jolanda Spiess-Hegglin, sposata e madre di tre figli, aveva rimproverato al collega dell'UDC Markus Hürlimann di aver approfittato di lei versandole nel bicchiere di vino gocce di stupefacente durante i festeggiamenti. La notte stessa, la donna si era recata al pronto soccorso a causa di dolori al basso ventre, precisando di non ricordare alcunché di quanto accaduto.
Hürlimann ha sempre contestato questa versione, pur ammettendo che vi era stato un rapporto sessuale consenziente. Il procedimento per violenza carnale contro di lui è stato archiviato dopo un lungo percorso giudiziario. I due protagonisti hanno raggiunto un accordo extragiudiziale nel marzo 2018.
La vicenda, sebbene non sia ancora chiaro quanto successo esattamente a quella festa, si è trasformata in un caso mediatico.
Divieto non giustificato - L'alta Corte è giunta alla conclusione che il contenuto del libro che Michèle Binswanger ha in progetto è «difficile da prevedere» al momento. L'unica cosa che sembra chiara alla Corte è che tratterà dei festeggiamenti ufficiali per la nomina del nuovo presidente del governo cantonale e delle sue conseguenze mediatiche, concentrandosi sulla prospettiva di Hürlimann.
Nella misura in cui Binswanger intende riferire su quei fatti - anche intimi - che sono già generalmente conosciuti, l'alta Corte lo considera «ammissibile». Il tribunale ha tuttavia indicato che ciò non cambia il fatto che l'articolo del "Blick" del 24 dicembre 2014, che aveva reso pubblici per la prima volta gli eventi legati a quei festeggiamenti, aveva violato i diritti della personalità.
Nei sette anni successivi, altri fattori - come vari procedimenti giudiziari pubblici e il lavoro mediatico della stessa Spiess-Hegglin - hanno reso questi eventi generalmente noti «e, soprattutto, li hanno mantenuti noti», scrive la corte. La pubblicazione di dettagli intimi ancora sconosciuti o di dichiarazioni diffamatorie rimane inammissibile.
Tuttavia, il tribunale afferma che attualmente non ci sono indicazioni secondo cui la pubblicazione della giornalista del "Tages-Anzeiger" conterrà tali informazioni o dichiarazioni. «Un divieto precauzionale di pubblicazione non è quindi giustificato», puntualizza.
Binswanger aveva scritto un tweet nel maggio 2020, secondo il quale Spiess-Hegglin aveva accusato di stupro un uomo innocente per 5 anni e mezzo.
L'ex deputata ecologista ha chiesto che a Binswanger venga vietato di diffondere la notizia che Spiess-Hegglin ha accusato Hürlimann di stupro. «Affinché questo divieto venga imposto, Spiess-Hegglin avrebbe dovuto dimostrare, tra l'altro, che Binswanger intendeva ripetere nel libro la dichiarazione fatta nel tweet», scrive la corte. Tuttavia, Spiess-Hegglin non lo ha fatto ed è per questo che anche tale divieto è stato revocato.
Spiess-Hegglin «dichiarazione inquietante» - La corte ha concluso che la sua vita privata è ormai di dominio pubblico proprio perché si è difesa legalmente e pubblicamente contro la «palese violazione della sua privacy», ha scritto Spiess-Hegglin riguardo alla sentenza sul suo sito web.
«Questa dichiarazione è inquietante e un classico rovesciamento vittima-colpevole», sottolinea.
In prima istanza, nel settembre 2020, il tribunale cantonale aveva accettato un provvedimento superprovvisionale richiesto da Spiess-Hegglin. L'ex deputata ecologista aveva presentato argomenti credibili a favore della misura che aveva richiesto. Il tribunale cantonale riteneva quindi che il libro potesse toccare la sfera intima dell'ex granconsigliera e quindi violare la sua personalità. La corte si è anche basata sul tweet della giornalista per prendere la sua decisione.