Cerca e trova immobili
«Non avevo tempo per il vaccino e ora sono in terapia intensiva»

GINEVRA«Non avevo tempo per il vaccino e ora sono in terapia intensiva»

08.09.21 - 09:30
Con la telecamera dentro le cure intense dell'Ospedale universitario di Ginevra. Guarda il video
20 Minuten
Fonte 20 Minuten / J. Straub e G. Brönnimann
«Non avevo tempo per il vaccino e ora sono in terapia intensiva»
Con la telecamera dentro le cure intense dell'Ospedale universitario di Ginevra. Guarda il video
Il primario Martin Tramèr: «Senza un tasso di vaccinazione del 90%, non usciremo dalla pandemia»

GINEVRA - L'unità di terapia intensiva dell'Ospedale universitario di Ginevra sta facendo i conti con il coronavirus. Di recente sono stati aggiunti altri dieci letti proprio per i pazienti Covid. Con tanto di cinquanta infermieri e dieci medici aggiuntivi che si occupano ventiquattro ore su ventiquattro dei ricoverati. È la situazione, questa, osservata dai giornalisti di 20 Minuten che sono entrati nelle cure intense della struttura sanitaria.

«Qui ci sono pazienti di età compresa tra i 29 e i 60 anni» afferma Martin Tramèr, primario di anestesia. Si tratta di persone sportive e in salute. Ma non vaccinate, così come il 48% della popolazione elvetica. «Se fossero vaccinate, non dovremmo mettere sottosopra l'intero ospedale. Siamo stufi» afferma ancora il medico, con la convinzione che questa situazione sia dettata dal benessere della Svizzera. «Siamo un popolo di ragazzini che si sono lasciati andare con la ricchezza».

«La Svizzera si può permettere l'acquisto di milioni di dosi di vaccino efficiente e sicuro. Eppure quasi una persona su due non lo vuole. Così non va». Per Tramèr l'attuale tasso di vaccinazione è troppo basso. «Se non raggiungiamo un tasso del 90%, allora avremo un'ondata dopo l'altra. La pandemia non finirà mai».

Non ci sta il consigliere nazionale UDC Roland Rino Büchel, che non ritiene opportuno un tasso di vaccinazione più elevato. «L'esempio di Israele non mi fa sperare che la copertura vaccinale sia la soluzione alla situazione». In Israele oltre il 60% della popolazione ha ricevuto due dosi, ma dopo che durante la primavera i contagi sono rimasti bassi da alcune settimane sono nuovamente aumentati.

Per Büchel non sarebbe nemmeno opportuno aumentare la pressione sui non vaccinati attraverso un'estensione dell'obbligo di certificato Covid. «Piuttosto si testino i viaggiatori in entrata, isolandoli se risultano positivi» conclude il deputato UDC.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE