Sul web si vendono magliette dedicate a lui. Giocattoli e altri gadget. L'iniziativa di un collettivo di artisti
ZURIGO - Il delinquente zurighese "Carlos", che oggi preferisce farsi chiamare con il suo vero nome Brian, diventerà un progetto artistico cofinanziato dal Cantone di Zurigo. Alcuni artisti stanno infatti sviluppando il suo caso in un progetto sui diritti umani, i media e il razzismo.
Il più grande sogno di Brian era diventare pugile professionista. Come ormai noto ciò non è stato. Dopo una lunga odissea passando da psichiatri ad aule di tribunale, Brian è ora rinchiuso nel penitenziario Pöschwies di Regensdorf (ZH), dove rimarrà ancora per un bel po'.
#BigDreams è il titolo del progetto artistico ispirato dal suo caso. Oggi, in occasione del 26esimo compleanno di Brian, il gruppo di artisti ha presentato il progetto davanti ai media. Il loro obiettivo è di appropriarsi del suo discorso e «decostruire la figura di "Carlos" per costruire Brian come persona».
La prima parte del progetto è l'account Instagram "Mein Name ist Brian" (il mio nome è Brian) moderato dagli artisti e in cui vengono pubblicati i pensieri di Brian scritti a mano da lui stesso.
Il caso Carlos non deve ripetersi - In programma anche uno shop online con magliette e una figurina di Brian in posa da pugile, un'immagine continuamente usata dai media. Lo scopo di questa vendita è di far sì «che il caso Carlos non si ripeta».
In un centro culturale situato vicino alla prigione di Pöschwies, verrà organizzato in ottobre un ciclo di colloqui con il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Nils Melzer. Quest'ultimo è coinvolto nel caso per il quale esige attualmente risposte dalla Confederazione sulle condizioni di detenzione del giovane delinquente.
Gli interessati potranno inoltre fare un tour audio della prigione di Pöschwies. Tuttavia non è ancora certo che gli eventi possano tenersi a Regensdorf (ZH) a causa delle preoccupazioni di polizia e municipio riguardo la sicurezza.
Un ring in omaggio al sogno di Brian - Nella città vecchia di Zurigo ed in particolare nel teatro Neumarkt verrà installato un ring di pugilato, in omaggio al sogno di Brian. Durante il giorno ci si potrà allenare, mentre di sera si terranno eventi sui temi della custodia, dei diritti umani e dei media.
#BigDreams è cofinanziato dalla città e dal canton Zurigo. La prima lo sostiene con 50'000 franchi e il secondo con 20'000.
Il sostegno del cantone è particolarmente sorprendente. Perché è proprio quest'ultimo ad essere responsabile delle condizioni di detenzione di Brian, ripetutamente criticate dal progetto artistico.
Senso di responsabilità - La Divisione della giustizia non vede però alcuna contraddizione in ciò: il sistema penale e quindi lo stato repressivo deve poter essere oggetto anche di un dibattito artistico, ha indicato la Divisione su domanda di Keystone-ATS.
La stessa auspica che il progetto «soddisfi i principi etici». La libertà della cultura è anche legata alla responsabilità. Questo è particolarmente vero quando si tratta di persone vulnerabili come un prigioniero. Brian non dovrebbe subire ulteriori svantaggi a causa del progetto #BigDreams.