Nel 2015 l'uomo è stato identificato dal suo DNA nell'ambito di un altro caso.
Il sospetto è stato alla fine arrestato il 12 gennaio 2021. Da allora, la sua detenzione provvisoria è stata prolungata di tre mesi in tre mesi, l'ultima volta fino all'11 ottobre.
LOSANNA - Un uomo sospettato di aver partecipato alla rapina di una famiglia Jenisch e all'assassinio di uno dei loro figli nel 1999 è tenuto in custodia dalla giustizia bernese dal gennaio 2021. La sua detenzione provvisoria fino all'11 ottobre è stata confermata dal Tribunale federale (TF).
I fatti risalgono alla notte tra il 24 e il 25 giugno 1999. Un gruppo di uomini armati aveva fatto irruzione nella casa della famiglia a Bienne (BE). I coniugi e il figlio minore erano stati legati e imbavagliati. Quando i figli maggiori sono tornati a casa, gli assalitori hanno sparato attraverso una finestra, ferendo mortalmente uno di loro, di 22 anni.
I delinquenti erano fuggiti con una VW con targa solettese, portando via una pistola mitragliatrice UZI e alcuni gioielli. Il caso è rimasto irrisolto per molto tempo, con gli investigatori che sospettavano un traffico di armi a favore dei membri dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck). Nel 2015, un uomo è stato identificato dal suo DNA nell'ambito di un altro caso, indica il TF.
Fatti parzialmente prescritti - Un procedimento per assassinio è stato poi aperto dal Ministero pubblico del Giura bernese-Seeland. Il sospetto è stato alla fine arrestato il 12 gennaio 2021. Da allora, la sua detenzione provvisoria è stata prolungata di tre mesi in tre mesi, l'ultima volta fino all'11 ottobre.
ll Tribunale federale, cui ha fatto ricorso l'imputato, ha innanzitutto sottolineato che i fatti - una presa di ostaggi e un omicidio - risalgono a più di 22 anni fa. Dopo tale periodo, un procedimento penale può essere aperto solo contro reati puniti con la prigione a vita, poiché la prescrizione è allora di 30 anni. In questo caso, solo l'assassinio può essere preso in considerazione.
La Corte di diritto penale afferma che l'uomo era già stato controllato il 31 agosto 1999 a bordo della VW. A parte la vaga descrizione data dalle vittime, questo era l'unico elemento che lo collegava al caso fino a quando il suo DNA non ha trovato una corrispondenza con una traccia rinvenuta a Bienne. Da allora, i progressi nell'utilizzo di questi indizi hanno permesso di identificare un secondo "hit" di DNA.
Pesanti sospetti - Per i giudici di Mon Repos, queste due tracce fanno pesare seri sospetti sulla partecipazione del ricorrente agli eventi del giugno 1999. Poiché la presa di ostaggi è caduta in prescrizione, si sono concentrati maggiormente sull'assassinio.
L'uomo ha ammesso che nel 1999 era attivamente impegnato nell'aiutare le vittime della guerra in Kosovo. Inoltre, gli investigatori dispongono di elementi indicanti che gli assalitori erano in conflitto con i due fratelli maggiori per un traffico di armi.
Lo svolgimento dei fatti mostra che questi uomini hanno neutralizzato gli occupanti della casa e sono rimasti lì per più di un'ora con le armi in pugno. Quando i fratelli sono arrivati, hanno immediatamente aperto il fuoco. Apparentemente gli autori dell'aggressione avevano intenzione di usare le loro armi ed è difficilmente concepibile che il ricorrente l'avesse ignorato.
Per il TF la Corte bernese disponeva di elementi sufficienti per considerare il ricorrente come un sospetto coautore di un assassinio. La domanda di rilascio è quindi respinta.
D'altra parte, i giudici federali non hanno accolto la richiesta del Ministero pubblico di non divulgare alcuni elementi poiché l'inchiesta è ancora in corso. In effetti questi fatti sono già stati pubblicati, almeno in parte, da alcuni media.