I movimenti d'opposizione alle norme anti-Covid starebbero preparandosi alle elezioni del 2023
Il politologo: un potenziale elettorale del 10 per cento. I partiti attuali come la prendono?
BERNA - Non ci pensano nemmeno, a levarsi di torno. Anzi. In Svizzera il movimento di opposizione alle norme anti-pandemiche si sta organizzando politicamente: ha realizzato una campagna contro la legge Covid-19, in votazione il prossimo 28 novembre. Non solo: secondo quanto confermato alle testate del gruppo CH media, le associazioni scettiche starebbero pianificando delle candidature per le elezioni federali del 2023.
Ma quanto valgono gli scettici, politicamente? Il politologo Lukas Golder ha stimato un potenziale elettorale "teorico" del dieci percento per la nuova compagine Covid-scettica. Il movimento avrebbe quindi un peso potenziale simile ai Verdi alle Camere federali. Per raggiungere l'obiettivo, tuttavia, i vari gruppi dovrebbero unire le forze. Un'analisi condotta sui social media ad agosto ha rilevato un totale di 30.000 simpatizzanti, sommando i sostenitori dei gruppi Amici della Costituzione (Freunde der Verfassung), Stiller Protest, Aktionsbündnis Urkantone und Ostschweiz, Mass-Voll e della rete Aletheia.
Come l'hanno presa i partiti tradizionali? «Direi che questo dimostra in modo esemplare che la Svizzera non è una dittatura», ha commentato il presidente dell'Alleanza di Centro Gerhard Pfister. Il fatto che dei movimenti anti-parlamentari si facciano strada attraverso le istituzioni è «senz'altro positivo» anche per la presidente del PLR Petra Gössi: «Nella nostra democrazia chiunque deve potersi esprimere». Ma sottolinea che la vita politica può essere «massacrante». Il capogruppo UDC in Parlamento Thomas Aeschi dà il benvenuto alla nuova formazione. «Se questi gruppi stanno combattendo per la nostra stessa causa, li accogliamo con favore» afferma.
Molto dipende anche da quanto durerà la pandemia. Secondo Lukas Golder, se il partito degli scettici riuscisse a strappare cinque seggi al Nazionale, gli attuali equilibri alle Camere salterebbero. Ma mancano ancora due anni alle elezioni. «Col normalizzarsi della situazione e la revoca delle misure straordinarie, il movimento rischierebbe di trovarsi senza spinta». Anche il fondatore di Mass-Voll Nicolas A. Rimoldi la vede così. «Oggi è difficile fare delle previsioni politiche anche solo per i prossimi mesi» fa notare. Figurarsi per il 2023.