La pagina è stata temporaneamente inaccessibile oggi a causa di un attacco di tipo DDoS.
La cancelleria non è in grado di fornire alcuna informazione sulle motivazioni che si celano dietro questo atto di pirateria informatica.
SAN GALLO - Continua il boom di attacchi hacker ad aziende o istituzioni svizzere. Vittima dei pirati informatici, questa volta, è stato il sito web del canton San Gallo, www.sg.ch, che è stato temporaneamente inaccessibile oggi a causa di un attacco di tipo DDoS (Distributed Denial of Service) contro la società che lo ospita. Gli hacker hanno anche preso di mira il portale della città di San Gallo, www.stadt.sg.ch.
Un primo attacco si è verificato ieri sera, ma è stato rapidamente neutralizzato. Altri hanno poi avuto luogo oggi pomeriggio, indica in una nota la cancelleria cantonale.
Gli esperti della società di hosting sono riusciti a intervenire e migliorare la stabilità del sito. Sono inoltre stati messi a punto provvedimenti per riconoscere e combattere a uno stadio precoce qualsiasi nuovo tentativo d'intrusione.
L'accesso ai due portali era già stato perturbato da attacchi simili in aprile e in luglio. Un legame con quanto accaduto oggi non è attualmente stato rilevato, precisano le autorità. Un attacco di tipo DDoS consiste nel sovraccaricare un sistema tempestandolo di richieste. L'obiettivo è inondarlo con un traffico di dati proveniente da fonti diverse.
La cancelleria non è in grado di fornire alcuna informazione sulle motivazioni che si celano dietro questo atto di pirateria informatica. Il cantone, la città e la società di hosting non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione da parte degli autori.
2'694 attacchi in un anno - Gli attacchi informatici alle aziende svizzere stanno aumentando in modo esponenziale: si contano almeno 2'694 aggressioni andate a buon fine nello spazio di dodici mesi (da agosto dell'anno scorso allo stesso mese del 2021), ciò che rappresenta il 56% di tutti gli episodi osservati negli ultimi cinque anni. Queste cifre erano stati pubblicati lo scorso 7 ottobre nell'ultimo numero del periodico Beobachter, che ha commissionato un'analisi alla società di sicurezza informatica Recorded Future. I casi in questione sono quelli cosiddetti verificati: comprendono cioè le situazioni in cui sono stati sottratti dati in computer aziendali che poi sono finiti sul darknet. A questi vanno aggiunti quelli in cui è stato pagato un riscatto. Quanti essi siano è difficili dirlo, ma secondo gli esperti citati dal bimestrale si tratta di un numero elevato: molte società temono infatti l'apparizione sul web di dati sensibili dell'impresa stessa e dei clienti, oppure non sono in grado di rigenerare i dati sottratti.