I guariti avranno più facilmente diritto al Covid-pass, e si inizia a parlare di una prossima revoca dell’obbligo.
Ma, mentre le votazioni del 28 novembre si avvicinano, c’è chi crede che si tratti di una tattica.
BERNA - Il certificato Covid si fa più accessibile. In particolar modo, secondo la proposta messa in consultazione ieri dal Consiglio federale, per i guariti. Il ministro della sanità Alain Berset ha inoltre dichiarato che il Governo ha considerato e a lungo discusso l’opzione della revoca del requisito del certificato, promettendo che la situazione sarà rianalizzata a metà novembre. Questo nuovo approccio desta però sospetti in vista del voto del 28 novembre alla Legge Covid-19.
Poca trasparenza, molta strategia - Secondo il consigliere nazionale dell’UDC Thomas Matter è chiaro che il Consiglio federale prenderà le sue decisioni in base all’umore della popolazione e ai possibili effetti sul voto. I sondaggi attuali parlano di un probabile sì alla Legge Covid-19, tuttavia, secondo Matter, questo sarebbe dovuto alla scarsa trasparenza delle informazioni rilasciate dal Governo nel libretto di voto. L’oggetto del requisito del certificato non è nemmeno menzionato, sottolinea Matter, nonostante rappresenti l’elemento centrale della diatriba.
Basta con le regole - Secondo Matter, le misure andrebbero abolite ora: «Tra pochi mesi saranno due anni che conviviamo con queste restrizioni. L'UDC è dell'opinione che ora si debba imparare a convivere con questo virus. E questo significa: porre fine alle misure».
Probabilmente si marcerà sul posto - Il politologo Thomas Milic non crede invece che le misure annunciate ieri dal Consiglio federale avranno un impatto importante sul voto. E non ritiene che il leggero aumento dei casi registrato negli ultimi giorni possa portare a un cambiamento sensibile dell’opinione pubblica. Come per altre questioni politiche, spiega Milic, si può osservare che anche per l'argomento Covid nuove scoperte o sviluppi portano solo molto raramente a cambiamenti di opinione. Permane però una certa incertezza rispetto al risultato finale, conclude, perché il disegno di legge potrebbe mobilitare, soprattutto tra i sostenitori del no, molte persone che non votano di frequente.