L'istituto dipende dalle case farmaceutiche, si difende il direttore Raimund Bruhin
Nel frattempo in Svizzera il richiamo è comunque stato somministrato a 7'700 persone con sistema immunitario indebolito
BERNA - Il direttore dell'Istituto per gli agenti terapeutici Swissmedic ha respinto l'accusa di eccessiva lentezza per l'approvazione della terza dose di vaccino contro il Covid-19. Dipendiamo dalle aziende farmaceutiche, ha detto Raimund Bruhin alla NZZ am Sonntag.
«Swissmedic è tutt'altro che lenta» ha sottolineato Bruhin nell'intervista pubblicata oggi. Sono i produttori di vaccini che decidono quando e dove presentare le domande. L'agenzia europea dei medicinali EMA e la sua controparte americana, per esempio, hanno ricevuto le richieste prima della Svizzera.
Secondo Bruhin, a Swissmedic le domande di autorizzazione di Pfizer e Moderna sono giunte a metà settembre. I dati richiesti vengono presentati in pacchetti scaglionati. Nel frattempo, la valutazione è «ben avanzata».
No all'intervento politico - Nell'intervista, il direttore di Swissmedic si è detto contrario alla presa in conto di criteri politici per l'autorizzazione dei vaccini, come è avvenuto per esempio in Israele. Chi procede in questo modo si assume l'intero rischio sanitario e la responsabilità legale.
Affidarsi al giudizio delle autorità straniere sulle vaccinazioni è fuori questione, ha continuato Bruhin. La responsabilità rimane di Swissmedic. Inoltre, è importante avere la fiducia della popolazione, soprattutto perché la Svizzera non è uno dei paesi più favorevoli ai vaccini.
Finora, le autorità elvetiche raccomandano la vaccinazione di richiamo solo alle persone il cui sistema immunitario è indebolito, ad esempio chi ha subito un trapianto. Ad oggi 7'700 terze dosi del vaccino sono state somministrate in Svizzera.
Voci critiche - Gli esperti degli ospedali e delle case di riposo avevano chiesto la scorsa settimana di accelerare i tempi. Per le persone dai 70 anni in su, il beneficio della vaccinazione di richiamo è del tutto indiscusso, ha detto ieri alla Neue Zürcher Zeitung l'infettivologo Huldrych Günthard dell'ospedale universitario di Zurigo.
Il ministro della salute Alain Berset si è dichiarato favorevole alla terza dose per un gruppo limitato di persone. L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) comunque ritiene fuori luogo una vaccinazione di richiamo generalizzata. Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell'UFSP, ha puntualizzato che ci sono attualmente «poche prove sui benefici della vaccinazione di richiamo per tutti».