Datori, dipendenti, politica ed esperti elvetici non entusiasti per una misura che in Europa inizia a far parlare
BERNA - È già in vigore in Italia, in Austria arriverà il 1 novembre e in Germania se ne sta discutendo. L'obbligo di Green Pass anche sul posto di lavoro potrebbe diventare presto una delle nuove misure, diffuse in maniera trasversale in Europa, per la lotta ai contagi che - in questo autunno - cominciano a rialzare la testa.
E in Svizzera? Al momento ai datori è concesso decidere se chiedere o meno di mostrare il Certificato Covid per lavorare. È il caso, in diversi cantoni, delle strutture sanitarie. Per quanto riguarda gli altri settori l'obbligo può teoricamente essere introdotto ma solo a determinate condizioni, per esempio i test rapidi gratuiti per i dipendenti. Ma la verità è che si tratta di una zona assolutamente grigia, in cui le norme sono quasi assenti e la libertà di decidere resta in seno alla direzione delle aziende.
«È giusto che siano le aziende a decidere», commenta a 20 Minuten Rudolf Minsch di Economiesuisse che non vede di buon occhio un obbligo di Certificato Covid al lavoro, «ci possono essere alcune eccezioni dove avrebbe senso, per esempio nel settore sanitario oppure se si lavora a stretto contatto con la clientela o in un open space... Ma al momento non vedo la necessità di un'imposizione, non vi è una situazione epidemiologica tale da giustificarlo».
«Fra un po' i datori vorranno sapere anche se fumi o sei daltonico», chiosa semiserio Adrian Wütrich di Travail Suisse che tutela gli interessi dei dipendenti e che ritiene la situazione corrente «sufficientemente regolamentata» perché «garantisce la tutela dei dati clinici e la situazione di salute dei dipendenti». Una privacy che verrebbe violata in caso fosse necessario mostrare Certificato o esito di un tampone. Anche per lui l'obbligo sarebbe un'extrema ratio: «in caso d'emergenza pandemica, se si scoprisse una nuova variante o se il sistema sanitario fosse sotto pressione».
Per la misura non c'è interesse nemmeno nella politica: «Al momento mascherina e distanze sono più che sufficienti in gran parte dei contesti», spiega la consigliera nazionale Ruth Humbel dove presiede anche la Commissione sanitaria, «in caso di contagi all'interno delle aziende, è possibile isolarli con i test di pooling».
L'epidemiologo: «I contagi non avvengono sul posto di lavoro»
Jürg Utzinger, direttore dello Swiss Tropical and Public Health Institute (Swis Tpc), conferma come - al momento - non vi sia una reale necessità di un obbligo di Certificato Covid sul lavoro perché «non vi è prova che i posti di lavoro siano luoghi dove si diffonde il virus». Per lui è importante che si distingua fra tempo libero e vita privata: «non posso scegliere se lavorare, ma posso scegliere se voglio andare al cinema o al ristorante».