Per Tanja Stadler, responsabile della Task Force Covid-19 del Consiglio federale, bisogna agire al più presto
L'esperta sostiene che la tendenza attuale debba essere assolutamente rallentata
BERNA - Le autorità devono reagire rapidamente per arginare l'attuale ondata pandemica. Parola della responsabile della Task Force-19 del Consiglio federale, Tanja Stadler, secondo cui si corre il rischio di un'esplosione dei contagi da Covid-19.
Se la Svizzera vuole evitare di dover agire in stato di emergenza, la tendenza attuale deve essere rallentata, ha spiegato la specialista in un'intervista concessa alla "Sonntagszeitung", «riducendo i contatti tra le persone oppure insistendo maggiormente per un incremento delle vaccinazioni».
A breve termine c'è poco da fare per quanto riguarda le immunizzazioni: durante la settimana nazionale di vaccinazione sono state somministrate circa 25 mila prime dosi e, al momento, è sempre più difficile convincere gli indecisi. Insomma, per Stadler l'inverno si annuncia difficile sul fronte della pandemia. Se l'attuale tendenza non cambierà, ci possiamo attendere fino a 30 mila ricoveri, ha sottolineato.
Tuttavia, secondo Stadler vi è ancora tempo per somministrare una terza dose a tutta la popolazione. Ma bisognerebbe incominciare in dicembre, ossia 6 mesi dopo la somministrazione delle seconda dose. Con un richiamo, la protezione contro l'infezione potrebbe essere aumentata al 95%.
«Ulteriori provvedimenti restrittivi»
Da un punto di vista scientifico, ha spiegato la docente del Politecnico federale di Zurigo, la situazione è chiara: o si vaccina a ritmo sostenuto, oppure devono essere considerati ulteriori provvedimenti restrittivi per rallentare la circolazione del virus. A suo avviso, i politici non hanno scelta: nelle prossime settimane dovranno prendere in seria considerazione un nuovo pacchetto di misure al fine di evitare il sovraffollamento degli ospedali e un incremento dei decessi da coronavirus.
Le opzioni sul tavolo sono note: obbligo della mascherina, rispetto delle misure igieniche, certificati, dose di richiamo ed eventuali chiusure di attività. Su quest'ultimo punto, Stadler spera che possano essere evitati lockdown su vasta scala. In primo luogo, a suo parere andrebbero considerate altre opzioni, come l'obbligo del certificato sul luogo di lavoro oppure l'obbligo della mascherina agli eventi combinato col possesso di un certificato.
2G? Sia pro che contro
Per Stadler, la regola del 2G, cioè l'accesso a certe aree solo per le persone guarite o vaccinate, ha sia vantaggi che svantaggi. Se meno persone partecipano ad un evento, ciò avrebbe senz'altro un effetto frenante sulla circolazione del virus. Tuttavia, simili riunioni potrebbero spostarsi in luoghi privati, annullando l'effetto preventivo.
Stadler si è detta preoccupata per i bambini che non hanno ancora avuto l'opportunità di essere vaccinati. Oltre a ciò, a suo avviso non si fa abbastanza per proteggerli, specie nelle scuole. Per Stadler è sorprendente che l'autorizzazione al vaccino per i più piccoli non sia ancora stata presentata a Swissmedic. Fino a quando la vaccinazione dei bambini non sarà disponibile, dovranno essere adottate misure preventive, ossia test regolari, ventilazione delle aule scolastiche e obbligo della mascherina.