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SVIZZERALa terza dose? «Sarà presto estesa a tutti»

14.11.21 - 10:19
Guy Parmelin ha fatto il punto sull'offensiva vaccinale che si conclude oggi, toccando anche altre tematiche attuali.
Keystone
Fonte ats
La terza dose? «Sarà presto estesa a tutti»
Guy Parmelin ha fatto il punto sull'offensiva vaccinale che si conclude oggi, toccando anche altre tematiche attuali.
Il presidente della Confederazione ha però affermato di «voler evitare a tutti i costi un nuovo confinamento». E su chi non si è ancora vaccinato precisa: «Arriva un momento in cui devi ammettere a te stesso che non puoi convincere tutti».

BERNA - Vista la stagnazione delle nuove vaccinazioni, è il momento di promuovere altre misure, tra cui le vaccinazioni di richiamo.

È quanto dichiarato dal presidente della Confederazione, Guy Parmelin, alla NZZ am Sonntag in edicola oggi, settimanale al quale ha anche confidato di temere conflitti fra i cantoni se il sistema sanitario dovesse subire un sovraccarico.

Presto terza dose per tutti
Guy Parmelin ne è convinto: la terza dose del vaccino contro il Covid-19 sarà presto estesa a tutta la popolazione. «Arriva un momento in cui devi ammettere a te stesso che non puoi convincere tutti a vaccinarsi», ha sostenuto il consigliere federale al domenicale zurighese, uscito oggi con un'intervista al termine della settimana nazionale delle vaccinazioni promossa dal governo per convincere gli indecisi a farsi immunizzare.

Insomma, «dobbiamo prendere atto del risultato, limitare i danni e promuovere altre misure, come le dosi di richiamo», ha aggiunto il capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR).

Cantoni: tassi vaccinazione variano molto
Tuttavia, Parmelin non ha nascosto di essere preoccupato, in particolare si è chiesto se la «diga» costruita con le vaccinazioni sia «abbastanza alta». La Svizzera non è ancora là dove dovrebbe essere, e un sovraccarico del sistema sanitario non può essere escluso, ha avvertito il presidente della Confederazione, facendo riferimento anche a un problema finora sottovalutato: i tassi di vaccinazione variano molto fra un cantone e l'altro.

«Che cosa succederà se il sistema sanitario sarà di nuovo al limite nella quinta ondata e i pazienti dovranno essere trasferiti in altri cantoni?», si è chiesto Parmelin. «Un cantone con un alto tasso di vaccinazione sarà ancora disposto ad accogliere pazienti non vaccinati da un cantone con un basso tasso? Si rifiuterà di farlo o chiederà una compensazione finanziaria? Questo è anche il motivo per cui è importante che i cantoni interessati continuino i loro sforzi di vaccinazione», ha sottolineato il ministro UDC.

Regole, inasprimento se necessario
«Vogliamo evitare a tutti i costi un nuovo confinamento», ha poi aggiunto Parmelin, precisando che il Consiglio federale vuole ricorrere a misure più severe solo se assolutamente necessario. Un esempio? La regola del "2G" che limita l'accesso a certi luoghi e attività a coloro che sono guariti o vaccinati. Verrebbero esclusi i testati, come in Austria.

Parmelin ha detto di comprendere il bisogno di «normalità» di coloro che hanno ricevuto il vaccino. Un desidero che gli è stato espresso in diverse lettere in cui molti gli hanno scritto di non voler essere costretti a rispettare per sempre le misure sanitarie a causa di una minoranza che non vuole farsi immunizzare.

Regole vanno rispettate
Di fronte ai toni talvolta eccessivi dell'attuale campagna elettorale in vista della consultazione del 28 novembre sulla legge Covid-19 - che tra l'altro pone le basi per il Certificato Covid (n.d.r) - Parmelin ha precisato che la Svizzera è una democrazia viva dove si può discutere di tutto, anche duramente, ma sempre con rispetto. Ma quando le decisioni vengono prese democraticamente, si applicano a tutti, ha precisato il consigliere federale vodese.

È senz'altro un diritto quello di non volersi vaccinare, ha precisato Parmelin, ma tutti devono in ogni caso rispettare le misure di protezione che sono state stabilite democraticamente, Purtroppo, però, vi sono persone «non più consapevoli dell'esistenza di certi limiti».

Anche se il Consiglio federale potrebbe ancora migliorare nell'esporre e spiegare le proprie decisioni, ha affermato Parmelin, a un certo punto però anche la politica non può fare più di tanto. «Non possiamo cambiare la mentalità della gente», ha sottolineato. Allora rimane valida una regola sola: quando le disposizioni di legge vengono violate, la palla passa ai tribunali.

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COMMENTI
 

Amir 2 anni fa su tio
È una minaccia?

ivandaronch 2 anni fa su tio
Oh quanti ball.

Veveve 2 anni fa su tio
Manco morta! Con 2 mi avete preso in giro col cavolo che faccio la terza!

Avetesempreragionevoi 2 anni fa su tio
Intervista che non fa una piega…

Don Quijote 2 anni fa su tio
Dove la logica e l'evidenza empirica lasciano dubbi bisogna cercare di convincere ad ogni costo! C'era una volta la democrazia...

marco17 2 anni fa su tio
Questi continuano a prenderci in giro: fino a un mese fa la soluzione miracolo era il pass sanitario "che ci rende liberi"; ora si sono accorti che dopo alcuni mesi il vaccino non è più efficace e le persone alle quali era stata garantita l'immunità si ammalano di nuovo. L'unica soluzione è votara NO alla legge Covid il 28 novembre 2021: certi politici sono più pericolosi del coronavirus.

chinfinito 2 anni fa su tio
Anche coloro che non hanno ricevuto il vaccino vogliono tornare alla normalità!

Brontolo pensionato 2 anni fa su tio
Magari è ora di trovare delle soluzioni per chi per motivi di salute non può vaccinarsi e non gli viene riconosciuto il greenpass e neppure la copertura delle spese del tampone. Ridicolo che un medico ti dica di non vaccinarti perchè sarebbe molto rischioso per la tua salute e il trapianto eseguito. Ma i politici decidono che non hai diritto di copertura dei costi. Che senso ha? Siamo al paradosso. E ora con la votazione, i politici chiedono di avere ancora più autonomia decisionale e potere? Anche no.
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