Circa l’80% dei lavoratori dipendenti beneficia della maggiore flessibilità offerta dal lavoro da casa.
I dipendenti si sentono più produttivi ed efficienti. Quasi la metà teme una quarta ondata. C’è inoltre la preoccupazione dell’aumento di contatti interpersonali per il fatto di recarsi in ufficio.
ZURIGO - Numerosi datori di lavoro offrivano la possibilità di lavorare da casa già prima del Coronavirus. Tuttavia, è stata proprio la pandemia di Covid a diffondere l’opinione che sia possibile lavorare anche in un’altra sede diversa dal luogo di lavoro. Molti lavoratori dipendenti in Svizzera, d'altra parte, apprezzano la combinazione di lavoro da casa e in ufficio. Lo dimostra un sondaggio di Generali Svizzera.
Più efficienti - Oltre l’80% degli intervistati dichiara che a casa può lavorare indisturbato. «Il lavoro da casa influisce positivamente sulla conciliabilità tra vita privata e professionale. Di conseguenza i risvolti sul benessere psichico sono altrettanto positivi», afferma JeanPierre Schmid, Chief Customer Services & Human Resources Officer di Generali Svizzera.
Le lavoratrici e i lavoratori dipendenti sono, secondo la propria valutazione, più produttivi (68%) ed efficienti (66%) quando lavorano da casa: dati che rappresentano certamente un’ottima notizia per i datori di lavoro. Quasi la metà (48%) dichiara inoltre di disporre di un proprio ufficio in casa che utilizza per lavorare. Il 33% lavora in soggiorno o nella sala da pranzo.
Rientro in ufficio, dubbi e incertezze - Quasi la metà degli intervistati dichiara anche di temere una quarta ondata (46%). C’è inoltre la preoccupazione dell’aumento di contatti interpersonali per il fatto di recarsi in ufficio.
Il 52% accoglie altresì con favore l’obbligo di presentazione di un certificato sul luogo di lavoro. Tuttavia non è solo la paura della quarta ondata ad avere un impatto sul ritorno in ufficio.
Mancanza del contatto sociale - Il 60% degli intervistati, infatti, afferma di sentire la mancanza del contatto sociale con colleghe e colleghi. Allo stesso modo manca anche il contatto con amiche e amici. Schmid può confermare queste affermazioni. «Anche noi abbiamo constatato che un numero sempre maggiore di collaboratori torna a lavorare in ufficio ed è felice di potersi relazionare con colleghe e colleghi.».
Le relazioni interpersonali sono più importanti per le donne che per gli uomini. Mentre il 50% delle donne ricomincerà a lavorare unicamente in ufficio, questo dato si assesta al 38% per gli uomini.
Le abitudini dei pendolari stanno cambiando - Gli effetti del lavoro da casa, come la migliore conciliabilità tra vita privata e professionale, hanno un impatto anche sulla questione del tragitto lavorativo. Il 30% ha affermato che la pandemia di coronavirus ha portato a un cambiamento delle proprie abitudini di pendolare.
La metà di loro (54%) vorrebbe effettuare meno spostamenti quotidiani casa-lavoro in futuro, e un terzo non è più disposto a dedicare così tanto tempo agli spostamenti per recarsi in ufficio. Il 18%, infine, vuole evitare di ricorrere ai mezzi di trasporto pubblici in futuro e desidera utilizzare invece l’auto.
La pandemia come incentivo per il lavoro da casa - Secondo il sondaggio, pochi lavoratori dipendenti lavoravano da casa prima della pandemia di coronavirus e solo il 18% lavorava da casa due o più giorni alla settimana. Al momento del sondaggio, questo dato è pari al 36%.
Ben più della metà degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto o molto soddisfatto delle possibilità di lavoro flessibile offerte dal datore di lavoro. Il numero di giorni di lavoro da casa influisce nettamente sul grado di soddisfazione dei lavoratori dipendenti.
Il 19% degli intervistati ha dichiarato di aver preferito lavorare solo in loco, mentre il 44% ha affermato che i superiori non hanno consentito il lavoro da casa. Al momento i lavoratori dipendenti apprezzano molto questa opportunità.
Alla luce delle nuove possibilità offerte dai datori di lavoro, più della metà degli intervistati prevede di lavorare da casa anche in futuro. «Anche presso di noi abbiamo constatato questo cambiamento di mentalità. La maggior parte dei collaboratori approfitta della possibilità che offriamo loro di lavorare da casa per circa il 50% dell’orario lavorativo, beneficiando così di una migliore conciliabilità tra vita privata e professionale», spiega Schmid.
L’indagine rappresentativa della popolazione è stata eseguita per conto di Generali Svizzera tra il 22 e il 29 settembre 2021. Hanno partecipato 417 persone.