Per il Partito socialista il problema è dell'uomo, per l'Unione democratica di Centro degli immigrati
Il 61% dei casi avviene per mano di un uomo con una storia migratoria alle spalle
BERNA - Venticinque. È il numero di donne uccise solo quest'anno in Svizzera. Nella maggior parte dei casi l'omicida era una persona vicina, o che lo era stato, della vittima. Ma invece di concentrarsi su quella che è una cultura della violenza sulle donne a livello mondiale, si dibatte sul: "se sei straniero, ci sono più possibilità che tu compia un atto simile".
Le statistiche sugli ultimi 20 anni mostrano due aspetti. Il primo è che i casi di femminicidio hanno una media annuale stabile. Il secondo è che se non aumentano, comunque non diminuiscono. Il portale Schweize am Wochenende ha raccolto due correnti di pensiero.
Considerando che il 61% dei femminicidi avviene per mano straniera, per il Partito socialista il fattore immigrazione non è rilevante: il problema è da attribuire all'uomo. L'Unione democratica di Centro, al contrario, valuta questa statistica come importante, e che il problema dei femminicidi è causato dagli stranieri perché possono provenire da culture in cui la donna è considerata meno importante dell'uomo. Entrambi lamentano che l'Ufficio federale di statistica non abbia dati a sufficienza per inquadrare meglio il fenomeno.
Intervistati, i ricercatori si trovano quasi tutti d'accordo su un aspetto: il fatto che nella casistica siano perlopiù stranieri a perpetrare dei femminicidi in Svizzera non vuol dire che sia l'unico aspetto da tenere in considerazione. Ad esempio Nora Markwalder, professoressa di diritto penale all'Università di San Gallo dice sì che «da un punto di vista scientifico, non è opportuno nascondere alcune caratteristiche degli autori o delle vittime, come il contesto migratorio», ma allo stesso tempo bisogna considerare che molti autori sono pre-stressati da una dipendenza da sostanze o da una malattia mentale.
C'è però anche chi pensa che l'aspetto migratorio sia un fattore particolarmente importante, ma viene spiegato che «non si tratta di stigmatizzare gruppi di stranieri, ma di raggiungere i gruppi giusti con le misure giuste» ha affermato Dirk Baier, ricercatore sulla violenza all'Università di Scienze applicate di Zurigo. Per lui la questione patriarcale e storica di tradizione di genere ha un ruolo meno importante della storia migratoria di una persona. Secondo un suo sondaggio è quattro volte più probabile che dei giovani provenienti da Turchia, Balcani e Sri Lanka siano autori di violenza domestica rispetto ai giovani svizzeri.