La task force Covid presenta l'aggiornamento sulla situazione sanitaria. «Situazione critica» avvertono. «Vacciniamoci»
Nuovi medicamenti, acceleratore premuto sulla terza dose. Gli esperti federali commentano i numeri della pandemia in Svizzera. Il Ticino è il cantone messo meglio, ma il quadro peggiora ovunque rapidamente
BERNA - Il Covid mostra di nuovo i denti. Ma la Confederazione risponde affilando nuove armi. Il richiamo del vaccino Pfizer approvato da Swissmedic per tutti gli over 16. Il farmaco Molnupiravir, ordinato in blocco da Berna. Una collaborazione ormai collaudata tra i cantoni.
Sono gli argomenti all'ordine del giorno nella conferenza stampa settimanale della task force Covid, oggi alle 14.00 a Palazzo federale. All'incontro con i giornalisti sono presenti Patrick Mathys, capo della sezione di Gestione della crisi e cooperazione internazionale dell'Ufsp, la presidentessa della task force Tanja Stadler e il medico cantonale di Ginevra Aglaé Tardin.
Abbiamo di nuovo raggiunto il livello di oltre 6mila contagi giornalieri, e la situazione «sta purtroppo peggiorando velocemente» anche se ci sono delle differenze sensibili tra i vari cantoni, ha sottolineato Mathys in esordio. «Il numero di casi in Svizzera sta aumentando rapidamente e in modo significativo. I numeri raddoppiano circa ogni due settimane».
Il Ticino è il cantone con il quadro migliore, Nidvaldo è in cima alla classifica dei contagi (sei volte maggiori rispetto alla Svizzera italiana). Nelle prossime due settimane il numero dei pazienti ospedalizzati potrebbe raddoppiare, secondo le previsione dell'Ufsp.
Il dirigente dell'Ufsp ha ribadito l'importanza in questa fase di una «presa di responsabilità individuale» e l'importanza di rispettare le regole di distanziamento, il porto della mascherina. L'appello è a «farsi vaccinare e farsi testare il più possibile».
La situazione nei paesi vicini rimane «decisamente peggiore» ma non è il caso di sentirsi al riparo, ha sottolineato Tanja Stadler. La Svizzera si trova «epidemiologicamente al punto in cui si trovava l'Austria tre settimane fa» ha spiegato la presidente della task force. «Ciò significa che rischiamo di trovarci nella situazione dell'Austria a metà dicembre». Se tutte le persone ancora non vaccinate si sottoponessero all'iniezione, si potrebbero prevenire dai 10.000 ai 20.000 ricoveri, secondo Stadler.
«Le regole per uscire da tutto questo sono le stesse, non sono cambiate, ma troppo spesso vengono dimenticate» ha sottolineato Aglaé Tardin. Il medico cantonale ginevrino ha ribadito l'invito alle persone over 65 a sottoporsi a una vaccinazione di richiamo «perché solo in questo modo sarà possibile ridurre la pressione sugli ospedali». Il vaccino «resta la via d'uscita più efficace dalla crisi ed è importante che la gente lo capisca».
Tardin ha insistito sull'importanza di avere «delle misure di contenimento armonizzate in tutta la Confederazione e di non trovarci con provvedimenti diversi nei vari Cantoni» in quanto «questo creerebbe un senso di disorientamento e delle differenze ingiuste di principio e dal punto di vista economico».
Alla domanda di un giornalista, Mathys non si è sbilanciato sulla possibilità di raggiungere l'obiettivo di 90mila vaccinazioni di richiamo entro Capodanno. «È una sfida, non sappiamo se ce la faremo» ha dichiarato.