Così la stampa elvetica ha commentato l'esito dell'attesa votazione del 28 novembre sulla Legge Covid-19.
La speranza è ora che la «minoranza ultra-rumorosa» accetti il risultato. Il Consiglio federale, da parte sua, avrà il difficile compito di ridurre il fossato tra chi ha votato sì e chi no.
BERNA - All'indomani dell'approvazione con il 62% dei voti della legge Covid-19, la stampa ha sottolineato la chiarezza del risultato e la vittoria di una «maggioranza silenziosa» su una «minoranza ultra-rumorosa». Quest'ultima deve accettare il risultato, ma le sue preoccupazioni non possono essere messe da parte.
«Se le minoranze sono state rumorose durante la campagna, i due terzi degli svizzeri ha strappato il megafono dalle loro mani domenica», nota il portale d'informazione Watson. È la maggioranza silenziosa che ha vinto, sottolineano anche 24 Heures e il Journal du Jura.
E il foglio vodese aggiunge: «Non esiste una dittatura della salute quando quasi due terzi dei cittadini sostengono il difficile cammino dei loro governanti». La «dittatura» che gli oppositori denunciano «si è scontrata ironicamente con la chiarezza di un voto popolare», aggiunge La Tribune de Genève. Le Courrier e Le Nouvelliste ricordano anche che il fatto che la Svizzera abbia potuto votare sulle misure sanitarie è eccezionale nel confronto internazionale.
«Posizione dogmatica»
Vista la chiarezza del risultato, gli oppositori devono ora accettare il risultato «se sono, anche, amici della democrazia», scrive Le Nouvelliste. Questo sembra poco probabile per La Liberté, che nota che «la dose di buon senso iniettata ieri non ha avuto alcun effetto sulla loro posizione dogmatica» e che al contrario la lotta degli oppositori non è che iniziata, dato che hanno appena creato un movimento politico.
«Quante volte ancora la democrazia sarà tenuta in ostaggio da un campo che rifiuta la sconfitta?», si chiede Heidi.news. E di denunciare «sedicenti difensori della libertà che, con il loro rifiuto del vivere insieme e delle regole dello stato di diritto mostrano il volto dei tiranni».
Le Courrier da parte sua parla di una «postura molto trumpiana» riguardo al rifiuto di uno dei movimenti referendari di riconoscere la sua sconfitta invocando la manipolazione del voto.
Le Temps tempera queste dichiarazioni e ricorda che la maggior parte degli attori di queste votazioni chiedono una pacificazione. Il giornale nota che il chiaro risultato eviterà ai parlamentari la necessità di sostituire il certificato Covid-19 e manda un chiaro messaggio riguardo agli aiuti economici.
Per Watson, questo «ampio plebiscito» deve servire da «detonatore» per il Consiglio federale, al quale viene chiesto di «lasciarsi alle spalle la sua recente passività sulle misure indispensabili da prendere di fronte all'impennata dei casi».
Questo chiaro "sì" non deve essere considerato «come carta bianca da parte delle autorità per emanare misure troppo impopolari», avverte da parte sua il Quotidien jurassien. Opinione condivisa da Le Nouvelliste, che sottolinea che il voto degli svizzeri è «una risposta chiara a una domanda chiusa e non un segnale da dare o una direzione da mostrare».
Ridurre il fossato
Il compito del Consiglio federale è difficile. Si tratta di uscire dalla crisi, senza aggravare l'emarginazione del terzo dei cittadini che hanno votato "no", sottolinea Watson. «Alcuni dei loro timori sono legittimi e non devono essere derisi o snobbati», aggiunge Le Nouvelliste.
Anche per Le Temps, bisogna tenerne conto, senza buonismo o arroganza, per non allargare il divario. Come sottolinea La Tribune de Genève, il compito delle autorità è come la «quadratura del cerchio». E il Quotidien jurassien ricorda che «più che mai, occorre allearsi contro il virus, non contro chi la pensa diversamente».
Osservazioni simili vengono fatte dai giornali della Svizzera tedesca. Per il Tages-Anzeiger, questo risultato è un trionfo della ragione. È la seconda volta che si dimostra che gli oppositori alle misure sanitarie, molto visibili e rumorosi negli ultimi mesi, sono chiaramente in minoranza. Devono quindi accettare la volontà del popolo, sottolinea il giornale.
Aggiunge che il chiaro "sì" è anche un mandato al Consiglio federale e al Parlamento per perseguire una politica di lotta alla pandemia fondata su basi scientifiche. La politica sanitaria pragmatica della Svizzera è chiaramente sostenuta dai cittadini, aggiunge il Blick. Quest'ultimo ritiene che il Consiglio federale dovrebbe tenere più conto di questa maggioranza nelle sue decisioni future e agire con maggiore determinazione. Per la NZZ, spetta ora agli avversari dimostrare che non vogliono la divisione.