La misura, proposta dall'organizzazione Protect the kids, si limiterebbe alla scuola elementare.
Ma, secondo il sindacato VPOD: «La proposta non ha senso senza l’obbligo di lavoro da casa».
BERNA - Quarantene su quarantene tra i banchi delle scuole ticinesi. Quelle attualmente in atto sono 59. E l’organizzazione dei genitori Protect the kids non ci sta. La proposta è una sola, spiega il fondatore Rui Biagini: «Da lunedì per i bambini delle scuole elementari di tutta la Svizzera dovrebbero già scattare le vacanze natalizie». E mentre la discussione si accende, il canton Berna l’ha già concretizzato.
Paura di contagiare i nonni - In realtà, specifica Biagini, l’organizzazione sostiene fortemente la scuola in presenza. Ma, essendo stato fatto troppo poco per proteggere i bambini, la misura sarebbe ora necessaria. Il timore è che più a lungo i bambini frequentano la scuola, più è probabile che si ammalino di Covid prima delle vacanze: «Sarebbe brutto se i bambini finissero per contagiare i loro nonni a Natale, e se questo portasse a delle conseguenze».
Di recente, racconta Biagini, sei bambini della scuola dei suoi figli sono risultati positivi al virus dopo un canto di Natale. «Cinque genitori dei bambini si sono ammalati comunque, nonostante il vaccino».
Tenere a mente questi rischi può inoltre essere psicologicamente stressante per i piccoli, afferma Biagini. «Sanno di essere i principali motori della pandemia e sono costantemente preoccupati di portare il virus a casa».
Anche la maestra di scuola dell’infanzia Miriam Locher, che insegna nel canton Basilea, si rammarica che nelle scuole non sia stata discussa la possibilità delle vacanze anticipate. «Per interrompere la catena di contagi, l’opzione di chiudere le scuole in anticipo sarebbe sicuramente da prendere in considerazione».
Senza homeoffice «non ha senso» - Non è d'accordo invece Fabio Höhener, segretario per l’istruzione del sindacato VPOD. «In vacanza i bambini sono a casa. Ma, dal momento che i genitori non hanno l’obbligo di telelavoro, molti bambini non avrebbero chi si occupa di loro». Con questi presupposti la disposizione «non ha senso», aggiunge Höhener, e specifica che il tutto sarebbe praticabile solo se il Consiglio federale ordinasse il lavoro da casa obbligatorio e garantisse sostegno alle famiglie.
Anche l’Associazione mantello degli insegnanti svizzeri si mostra esitante rispetto alla proposta. Il presidente Dagmar Rösler si dice certo che le vacanze prolungate saranno sempre l’ultima misura presa, in casi di emergenza.