La nuova variante è sempre più presente in Svizzera e potrebbe provocare una nuova ondata a breve.
Mathys: «Al momento la curva si sta appiattendo e ci troviamo su una sorta di plateau, ma l'avvento di Omicron ci preoccupa. È la calma prima della tempesta». Berger: «La terza dose è fondamentale».
BERNA - Terze dosi, variante Omicron e una situazione epidemiologica che si fa sempre più preoccupante (oggi altri 8'167 contagi, 152 ospedalizzazioni e 32 decessi registrati in Svizzera). Questi sono i temi principali trattati oggi dagli esperti della Confederazione durante il consueto info-point tenutosi a Berna.
Notizie buone e cattive - Il primo a prendere la parola è stato Patrick Mathys. «Oggi abbiamo una buona e una cattiva notizia», esordisce il capo della Sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’UFSP. «La buona è che la curva si sta attualmente appiattendo e che ci troviamo su una sorta di plateau, anche se la Svizzera continua ad avere uno dei tassi d'incidenza più alti d'Europa. Particolarmente brutta la situazione nella Svizzera centrale dove si registrano incidenze che superano i 2000 casi su centomila». Anche i ricoveri sono in calo, sottolinea Mathys, precisando che comunque ogni giorno un'ottantina di malati vengono ospedalizzati.
Omicron dilagante - La cattiva notizia è la veloce espansione della variante Omicron nel nostro Paese che attualmente può essere collegata a una buona fetta delle nuove infezioni. «Già ora tra il 10 e il 20% dei nuovi casi è probabile siano ricollegabili alla nuova variante. Dobbiamo presumere che si diffonderà molto rapidamente con un raddoppio dei casi ogni tre-quattro giorni nel prossimo futuro. Questo provocherà un nuovo gran numero di pazienti che finiranno in ospedale». La calma prima della tempesta, quindi.
Rischio elevato - Anche perché come spiegato da Christoph Berger Omicron sembra avere la capacità di bucare i vaccini. «Il rischio d'infettarsi con questa nuova variante è elevato anche tra coloro che si sono vaccinati da tempo», precisa il presidente della Commissione federale per le vaccinazioni, ricordando però che la terza dose fa «aumentare significativamente la protezione». Di quanto? «Secondo i primi studi dovremmo attestarci tra il 75% e l'80%», sottolinea Berger.
Terza dose fondamentale - Per questo «è fondamentale» effettuare il booster il più presto possibile e per questo l'Ufsp e la Commissione federale per le vaccinazioni hanno raccomandato oggi una vaccinazione di richiamo per tutti già a partire da quattro mesi dopo la vaccinazione completa. «La riduzione dell’intervallo - spiega Berger - è importante soprattutto per le persone anziane, che possono così proteggersi da decorsi gravi della malattia. Ma la terza dose è caldeggiata pure per la fascia d'età tra i 16 ai 65 anni».
Dati limitati - Anche perché i dati attuali su Omicron - ricorda Berger - sono ancora limitati e non si può ancora dire come si comporterà il virus e quali conseguenze porterà sia tra i vaccinati di lunga data sia tra i non-vaccinati. «Con Omicron sarà quindi ancora più fondamentale - conclude Mathys - rispettare le regole d'igiene già imparate nel corso della pandemia, rispettare le distanze e portare la mascherina. Oltre che, naturalmente, sottoporsi al richiamo».
Gli esperti presenti:
Patrick Mathys, capo della Sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell’UFSP
Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni
Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali (e medico cantonale di Zugo)