La frustrazione dei clienti sui social. Ma una psicologa spiega che additare gli addetti alle vendite non serve a nulla
BERNA - La corsa agli acquisti di Natale è ormai agli sgoccioli. I negozi sono affollati di clienti. Tutti indossano la mascherina, come previsto dalle disposizioni in vigore da ormai oltre un anno. Ma si vedono ancora commessi che la tengono sotto il naso o che a volte la tolgono del tutto. È quanto denunciano su Twitter diversi clienti preoccupati, in particolare ora che abbiamo a che fare anche con la più contagiosa variante Omicron e i negozi sono pieni.
Un'infermiera, che da mesi si occupa di pazienti gravemente malati di Covid, si lamenta, per esempio, dei «molti dipendenti Coop che non indossano la mascherina correttamente». Una situazione che non permetterebbe di vivere «un'esperienza di shopping rilassata». Ma situazioni analoghe si osservano anche in altri negozi, come Migros, Denner, Jelmoli e Globus.
Si tratterebbe, tuttavia, di «eccezioni», afferma tra gli altri Cécile Moser, portavoce di Jelmoli. Tutte le aziende affermano inoltre che il personale è stato informato sin dal principio sui piani di protezione in vigore e che saranno nuovamente sollecitati sulla questione. Ma di base si conta anche sulla responsabilità individuale.
Sulla verifica del rispetto dell'obbligo di mascherina, le varie aziende procedono diversamente, come mostrano le varie risposte. Marcel Schlatter, addetto stampa di Migros, spiega che non spetta ai dipendenti controllare che clienti o colleghi indossino correttamente il dispositivo di protezione. Altri rivenditori affermano, invece, che proprio tra dipendenti vi sarebbe una sorta di «controllo sociale».
Personale sotto stress - È comprensibile che i clienti del commercio al dettaglio si sentano frustrati dovendo seguire regole che non vengono però applicate correttamente dai dipendenti dei negozi. Lo afferma la psicologa Ronia Schiftan, promotrice del progetto Dureschnufe.ch, una piattaforma per la salute mentale in relazione alla situazione pandemica. E sottolinea che non è comunque opportuno additare i dipendenti. «In particolare durante il periodo natalizio, gli addetti alle vendite sono più stressati del solito». A volte hanno appena il tempo di prendersi una pausa e di prendere una boccata d'aria fresca. È pertanto importante che i datori di lavoro diano sostegno ai propri impiegati, creando le condizioni che promuovano la corretta attuazione di provvedimenti.
«Al momento - aggiunge la psicologa - è necessaria più empatia che mai per le singole sfide quotidiane di tutti». Vale pertanto la pena mostrare gratitudine per «l'ottimo lavoro» svolto dalle persone attive in professioni di rilevanza sistemica. «Aggressioni verbali o ingratitudine non fanno altro che peggiorare il benessere» conclude.