A livello nazionale contagi e ricoveri sono piuttosto stabili, e dal versante Omicron giungono notizie rassicuranti
Però «non bisogna abbassare la guardia» e allentare già le restrizioni, secondo alcuni consiglieri nazionali
BERNA - Seppur il Ticino stia vivendo un boom di contagi, la situazione relativa a casi e ricoveri a livello svizzero è piuttosto stabile.
Visto anche l'arrivo di alcuni studi preliminari sulla pericolosità di Omicron - per cui il rischio di ricovero è inferiore rispetto ad altre varianti - e visto che quest'ultima diventerà presumibilmente a breve la variante dominante, ci si chiede se sia sensato pensare ad allentare le misure anti Covid, a pochi giorni dall'introduzione dei nuovi provvedimenti.
Interpellata da 20 Minuten, la consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber chiede di mantenere la calma e di «non agitarsi». «Ogni volta che ci sono nuove cifre e informazioni c'è frenesia, si iniziano a ventilare nuove misure, ipotesi, chiusure, aperture». «Bisogna osservare la situazione e mantenere la calma, e questo vale sia per chi vuole allentamenti e sia per chi vuole misure più severe» ha affermato.
Anche Erich Ettlin, membro del Consiglio degli Stati (PPD), non vuole che le misure vigenti cambino. «La revisione frenetica delle misure ogni pochi giorni è tossica. Queste misure devono ora rimanere in vigore almeno per alcune settimane, in modo che si possa misurare il loro effetto», secondo il politico.
Ma si può stare più tranquilli?
Non per i membri della Task Force del governo, che dipingono ancora uno scenario preoccupante.
Secondo un modello pubblicato all'inizio della settimana, il numero di infezioni potrebbe salire a circa 25'000 al giorno entro l'inizio di gennaio. Uno scenario per cui alcuni politici, come riportato da Watson, vorrebbero tornare alla situazione straordinaria d'emergenza, come ad inizio pandemia.
È il caso per il Consigliere nazionale solettese Kurt Fluri (PLR), per cui «la situazione straordinaria sarebbe giustificata» poiché Omicron si diffonde così rapidamente che il Consiglio federale «non ha tempo per condurre consultazioni con i Cantoni, dev'essere in grado di reagire in modo rapido».
Il Consigliere nazionale Martin Bäumle dei Verdi liberali si situa nel mezzo, dicendo che seppur per alcune misure ci sia effettivamente del margine di manovra, è meglio aspettare e vedere, perché si sa ancora troppo poco di Omicron. In ogni caso, Bäumle potrebbe essere ad esempio d'accordo con un declassamento della regola "2G-plus", fissando il periodo di validità del certificato a cinque mesi.
I viaggi, un punto critico
Il punto in cui Bäumle agirebbe immediatamente sono invece le regole per l'ingresso in Svizzera, definite «discriminatorie» nei confronti dei cittadini svizzeri.
«Le norme vanno urgentemente adattate, i turisti possono entrare nel nostro Paese con un semplice test antigenico (rapido) e una vaccinazione che risale fino a sei mesi fa, mentre i cittadini svizzeri devono rinnovare la vaccinazione dopo quattro mesi». Vista ad esempio la diffusione di Omicron nel Regno Unito, un tale quadro normativo «è inaccettabile» per Bäumle.
Per Ettlin, invece, l'adeguamento delle norme di viaggio era assolutamente necessario. «Non si possono discriminare i viaggiatori dei singoli Paesi se non si ha una completa trasparenza delle incidenze in tutti gli Stati», «questo aveva portato ad una confusione totale». Comunque, «chiunque si rechi in Svizzera deve presentare un test negativo», ciò che porta ad una relativa sicurezza per il nostro Paese, secondo Ettlin.