Esperti e politici nutrono grandi speranze per la pillola anti-coronavirus Paxlovid, già approvata negli USA.
L'UFSP ha confermato che i negoziati sono già in corso. Per avere a disposizione il medicinale in Svizzera, tuttavia, occorreranno ancora diversi mesi.
BERNA - Negli Stati Uniti, un nuovo medicinale contro il coronavirus - recentemente approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) - fa ben sperare: si tratta di Paxlovid, una pillola prodotta da Pfizer che ora anche l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) raccomanda per i pazienti ad alto rischio.
Secondo i dati del produttore, Paxlovid riduce di quasi il 90% il rischio di ricoveri ospedalieri e decessi nei pazienti Covid-19. Anche in Svizzera c'è quindi parecchia fiducia: «L'UFSP è in trattative con Pfizer in merito al possibile utilizzo di Paxlovid nella lotta contro la pandemia in Svizzera», ha confermato la portavoce Katrin Holenstein a 20 Minuten. Tuttavia, non è stato possibile ottenere informazioni più dettagliate sui negoziati in corso.
«È necessaria un'azione rapida» - La politica (o almeno parte di essa) chiede ora che anche la Svizzera faccia affidamento sul nuovo farmaco: «Dovremmo acquisire Paxlovid», afferma la consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber. «È comunque importante eseguire un'attenta verifica prima dell'approvazione», aggiunge. Anche Verena Herzog dell'UDC chiede un'azione rapida: «Dopo i test sull'affidabilità, tali farmaci dovrebbero essere approvati il più rapidamente possibile in Svizzera e utilizzati dai medici». Per il consigliere nazionale del PLR Marcel Dobler il trattamento farmacologico delle persone contagiate dal coronavirus è centrale: «La riabilitazione può così essere abbreviata e i decorsi complicati della malattia evitati». Un aspetto molto importante anche per alleviare gli ospedali.
Un punto di svolta - Anche gli infettivologi nutrono grandi speranze per il nuovo farmaco di Pfizer. Mentre Manuel Battegay dell'Ospedale universitario di Basilea parla di una «legittima speranza per la terapia», il suo collega Andreas Widmer parla addirittura di un «punto di svolta»: «Paxlovid rappresenta una svolta nelle terapie contro il Covid-19». A breve e medio termine, tuttavia, il farmaco non sostituirà la vaccinazione, afferma Widmer: «Non appena il farmaco sarà disponibile, verrà prima somministrato agli anziani e ai pazienti ad alto rischio». Per funzionare correttamente, Paxlovid deve essere somministrato il prima possibile dopo la diagnosi ed entro cinque giorni dall'inizio dei sintomi. «Nell'uso di massa, dovrà quindi essere prescritto a quasi tutti i pazienti a rischio risultati positivi».
L'infettivologo prevede che le prime forniture arriveranno in Svizzera al più presto a Pasqua. Prima, in ogni caso, Paxlovid deve essere approvato dall'Agenzia svizzera per gli agenti terapeutici (Swissmedic). Che finora non ha ricevuto alcuna richiesta in tal senso.