Il loro lavoro dovrebbe far comprendere i meccanismi con cui questa nuova variante elude i vaccini e gli anticorpi.
Il Politecnico: «In collaborazione con il gruppo guidato dal virologo Didier Trono e quello della specialista in proteine Florence Pojer, abbiamo stabilito un'immagine precisa, su scala atomica, della struttura della proteina Spike».
LOSANNA - Super microscopi del Politecnico federale di Losanna (EPFL) stanno cercando di svelare i misteri di Omicron. Il loro lavoro potrebbe permetterci di capire i meccanismi con cui questa nuova variante del virus SARS-CoV-2 può eludere i vaccini e gli anticorpi.
Da settimane, il capoluogo vodese ospita alcuni dei più potenti microscopi elettronici del mondo, nel Dubochet Center for Imaging (DCI), che riunisce anche ricercatori delle università di Losanna (UNIL) e Ginevra (UNIGE).
«In collaborazione con il gruppo guidato dal virologo Didier Trono e quello della specialista in proteine Florence Pojer, abbiamo stabilito un'immagine precisa - su scala atomica - della struttura della proteina Spike della variante Omicron», spiega Henning Stahlberg, che ha creato il DCI nel campus dell'EPFL.
Alcune settimane fa il centro Dubochet, che prende il nome dal premio Nobel 2017 per la chimica, ha già prodotto l'immagine finora più precisa - con una risoluzione di 2Å, che permette di vedere i singoli atomi - della proteina Spike del virus "originale". «Possiamo osservare con precisione quali cambiamenti dovuti a Omicron possono spiegare perché questa variante sfugga completamente al vaccino di AstraZeneca, e parzialmente a quello di Pfizer», aggiunge Stahlberg.
Usando immagini di microscopia elettronica ad alta risoluzione, gli scienziati possono migliorare la loro comprensione di come la proteina Spike modificata si leghi ai recettori cellulari ACE2, permettendo al virus di entrare nelle cellule umane. Queste conoscenze potrebbero rivelarsi preziose nella lotta contro il virus e aprire la strada a nuovi approcci terapeutici, rileva oggi l'EPFL.
«Ottenere la struttura della Spike di Omicron meno di un mese dopo che questa variante è stata identificata è come atterrare su un pianeta nelle settimane successive alla sua prima osservazione con un telescopio», afferma Didier Trono, aggiungendo che il potenziale di questa tecnologia è «semplicemente straordinario».
L'EPFL precisa comunque che questi primi risultati non sono ancora stati sottoposti a revisione paritaria (peer-review). Sono disponibili su un sito open source (bioRxiv.org). Gli scienziati di tutto il mondo possono usarli per condurre ricerche sulle interazioni della nuova variante con varie molecole terapeutiche esistenti.