Tre impiegati di un Ufficio della circolazione zurighese sono sospettati di aver manipolato patenti e immatricolazioni.
Sul caso è stata aperta un'inchiesta penale. Ma nel frattempo alcuni conducenti potrebbero vedersi obbligati a ripetere l'esame.
ZURIGO - La vicenda ricorda in un qualche modo "Immaturi", la commedia italiana diretta da Paolo Genovese, in cui alcune persone si ritrovano dopo anni a dover rifare gli esami a causa di un disguido burocratico. Solo che qui non si tratta degli esami di maturità, ma di quello (pratico) della patente di guida. E non si tratta nemmeno di un film. A Bassersdorf (ZH), diverse persone che nell'ultimo anno e mezzo l'hanno superato - o meglio pensavano di averlo superato - sono infatti state contattate al fine di effettuare un «giro di controllo» con uno specialista del traffico.
Il motivo? L'esperto incaricato del loro esame è accusato di «non aver rispettato le direttive in vigore» durante la prova pratica. In altre parole, la patente sarebbe stata data a persone che in realtà non hanno le competenze necessarie per guidare un'auto. È quanto rivela nella sua edizione odierna il “TagesAnzeiger”, sulla base di alcune lettere inviate dall'Ufficio cantonale della circolazione alle persone interessate.
Contattato dal quotidiano svizzero-tedesco, l'ufficio in questione ha confermato alcune «irregolarità» e precisato che è stata sporta una denuncia penale contro diversi impiegati. Le ricerche intraprese da giornale hanno permesso di appurare che in tutto sono tre le persone sotto accusa. Si tratta del responsabile del servizio immatricolazioni, di un esperto della circolazione stradale e di un impiegato nel servizio immatricolazioni.
Le irregolarità non riguarderebbero però solo gli esami. Una delle tre persone indagate, il responsabile dell'ufficio immatricolazioni, è anche amministratore di un'azienda con sede a Kloten (ZH) e specializzata nel commercio di veicoli, nuovi, usati o importati. Con questi ultimi che devono essere presentati all'Ufficio della circolazione per essere registrati... Anche il Ministero pubblico ha confermato l'esistenza di un dossier, senza tuttavia volersi pronunciare sul caso e ricordando che va sempre rispettata la presunzione d'innocenza.