Ora anche la politica elvetica guarda al futuro, con l'intenzione di puntare di nuovo sull'energia atomica
BERNA - L'energia nucleare andrebbe classificata come "sostenibile". È quanto ha proposto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Una proposta che ha riacceso il dibattito attorno al futuro dell'atomo. Non soltanto nei paesi dell'Unione europea, ma anche in Svizzera, dove - dopo l'incidente di Fukushima del 2011 - è stato sancito il graduale abbandono del nucleare.
Ma ora che l'Unione europea sembra voler invertire la rotta sul futuro dell'energia atomica, anche in Svizzera c'è chi ci sta ripensando. La politica energetica «è completamente irrealistica», secondo il consigliere nazionale UDC Christian Imark. L'atomo sarebbe pertanto la soluzione più efficiente ed ecologica per soddisfare la crescente necessità di energia. «Per questo abbiamo bisogno di nuove centrali nucleari».
Ora la rinuncia dell'atomo avrebbe conseguenze «catastrofiche», aggiunge il deputato PLR Christian Wasserfallen. Infatti, secondo l'Ufficio federale dell'energia, tra tredici anni al paese verrebbe a mancare il 40% dell'energia necessaria, soprattutto durante i mesi invernali. Wasserfallen ritiene pertanto necessari gli investimenti nell'atomo per assicurare una vita più lunga alle centrali.
«Un rischio per l'ambiente e la salute» - Anche Bastien Girod, consigliere nazionale dei Verdi, si aspetta che il progetto dell'Unione europea porti a un più ampio sostegno nei confronti del nucleare, pure nel nostro paese. Ma ricorda che si tratta di una fonte energetica che, pur essendo più rispettosa del clima, rappresenta una pericolo per l'ambiente e la salute.
Allungando la vita delle centrali nucleari - sottolinea il rappresentante dei Verdi - aumenta il rischio di incidenti. Un incidente del genere renderebbe inabitabile una vasta area del nostro paese. «A causa della sua densa popolazione, la Svizzera non è un paese adatto alle centrali nucleari» conclude Girod.