A causa dell'ondata di casi di Omicron, in Svizzera oltre 100mila persone si trovano in isolamento o in quarantena.
L'assenza di personale sta mettendo a rischio l'erogazione di alcuni servizi fondamentali. Gli esperti discutono di tre possibili soluzioni
BERNA - In Svizzera oltre 100mila persone si trovano attualmente in isolamento o in quarantena a causa di un'infezione da coronavirus. Una settimana fa erano poco più della metà. La fine della rapida espansione di Omicron, insomma, non è in vista. Di conseguenza, per il settore dei trasporti pubblici, del commercio al dettaglio, degli ospedali e di altri servizi fondamentali il rischio di un collasso imminente del sistema diventa ogni giorno più probabile. Ma quali opzioni ha la Svizzera per evitarlo?
Il problema principale è che tutti coloro che vengono infettati della variante altamente contagiosa Omicron devono essere isolati. «Dev'essere così perché queste persone possono diffondere il virus nonostante siano state vaccinate due o tre volte», ha spiegato l'infettivologo ticinese Andreas Cerny a 20 Minuten. Con vaccino e dose booster il rischio di ammalarsi gravemente è minore, ma si può ancora trasmettere il virus. E visto che circa un milione di persone in Svizzera non sono ancora vaccinate, secondo la task force federale non si può escludere un collasso del sistema sanitario in caso d'infezione troppo rapida.
Soluzione 1: un periodo d'isolamento ridotto
Per evitare che ciò accada, in diversi paesi è attualmente in discussione un isolamento abbreviato di cinque giorni per le persone infette (lo hanno già introdotto gli Stati Uniti). Anche in Svizzera se ne stanno occupando le autorità: contattato dal quotidiano svizzero-tedesco, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha comunicato che è attualmente in fase di valutazione la durata dell'isolamento. Se necessario, potrebbero essere apportati degli adeguamenti, tuttavia la decisione spetta al Consiglio federale.
Per il virologo Didier Trono, esperto di diagnostica e test presso la task force Covid-19, la situazione è chiara: «Date le decine di migliaia di persone in isolamento o in quarantena, dobbiamo discutere di un periodo di isolamento più breve». Non è però facile concordare un modello che abbia un senso epidemiologico, economico e sociale. «Penso che abbia senso liberare in anticipo dall'isolamento le persone vaccinate tre volte e con un PCR negativo, in modo da evitare l'imminente collasso delle infrastrutture in vari settori».
La pensa diversamente Andreas Cerny: «Non sarebbe opportuno allentare ora le misure di isolamento. Il virus, in particolare Omicron, è estremamente contagioso, quindi c'è un grande rischio di infettare altre persone, soprattutto non vaccinate». Inoltre, c'è ancora un grande deficit di conoscenza per quanto riguarda il Long Covid. Ma è certo che anche le persone con decorso lieve della malattia possono sviluppare anche il Long Covid.
Soluzione 2: misure più rigorose
Una seconda possibilità è quella d'inasprire le misure per tenere sotto controllo i numeri dei contagi. La task force federale avverte da tempo che sono necessarie restrizioni più severe per limitare i contatti. Anche Cerny vede le misure estese come una soluzione adeguata: in Ticino, ad esempio, da lunedì entra in vigore l'obbligo di mascherina fin dalla prima elementare, mentre nei grandi eventi potranno esserci solo i due terzi degli spettatori previsti e ci sarà anche il 2G e l'obbligo di mascherina.
Secondo il ministro della Salute Alain Berset, l'inasprimento potrebbe essere imminente. Mercoledì aveva scritto su Twitter: «L'economia deve prepararsi a ulteriori assenze e fare tutto il possibile per evitare i contagi. Sono pronte misure più severe, comprese le chiusure. In caso di necessità, il Consiglio federale può decidere rapidamente».
Soluzione 3: vaccinazione obbligatoria
Per il virologo Didier Trono è chiaro che una vaccinazione obbligatoria deve essere presa seriamente in considerazione: «Alla luce del milione di persone ancora non vaccinate in Svizzera e quindi completamente esposte a un'infezione da Omicron o a possibili future varianti, il vaccino obbligatorio potrebbe essere necessario per mantenere in funzione il nostro sistema sanitario e la nostra economia».
Per Trono, la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari come in Francia, per i gruppi a rischio come in Italia o per tutti come in Austria dovrebbe essere presa seriamente in considerazione. Politicamente, tuttavia, l'idea della vaccinazione obbligatoria non incontra molti consensi.