La popolazione non a rischio mostra reticenza rispetto alla vaccinazione di richiamo.
GINEVRA - «Non c’è un grande entusiasmo per il booster». L’ha ammesso venerdì in conferenza stampa Adrien Bron, direttore generale della sanità del canton Ginevra. Sì, perché se tra gli over 65 il 70% degli svizzeri l’ha ricevuta, la percentuale sull’intera popolazione crolla al 33%. Cifre, queste, che si riflettono anche nella campagna di vaccinazione ticinese: nel nostro cantone il 72,2% degli over 65 si è già sottoposto al booster, proporzione che scende però al 34,% includendo tutte le fasce d’età.
«Probabilmente c’è molta riflessione tra la popolazione. La categoria dei più giovani preferisce contrarre il virus», osserva Bron. Solo nel canton Ginevra, sono infatti state 1’300 le persone che non si sono presentate all’appuntamento per la somministrazione della dose di richiamo. Ed entro la fine del mese tutti coloro che stanno aspettando il loro turno avranno ricevuto la terza dose del preparato.
Ma un’esposizione al virus rimpiazza il richiamo solo se si verifica oltre i quattro mesi dalla seconda dose, afferma il medico cantonale Aglaé Tardin. «Se la persona è risultata positiva in precedenza, non conta, perché il corpo non ha avuto il tempo di sviluppare un’immunità sufficiente».
Nel frattempo cresce la preoccupazione per la riduzione del periodo di isolamento e quarantena. Come Garzoni in Ticino, anche Tardin chiede prudenza: «C'è il rischio che le persone che sono ancora contagiose tornino alla vita attiva troppo rapidamente e infettino altre persone».