Il governo rinuncia alla strategia dei test? Per l'organizzazione dei laboratori medici, avrebbe senso
BERNA - Le capacità dei laboratori di analisi sono al limite in Svizzera. Il consigliere federale Alain Berset lo ha chiarito venerdì in conferenza stampa: Omicron ha cambiato la strategia di test della Confederazione. «È il momento di stabilire delle priorità» ha dichiarato il ministro della sanità. Berna non pretende più il massimo dai cantoni, che potranno adeguare o ridurre le attività di test nelle prossime settimane.
C'è da dire che oggi la Svizzera registra ben oltre 100mila test al giorno, mentre qualche mese fa erano al massimo 40mila. «E anche allora, i laboratori erano al limite» ha osservato Berset.
Anche Philipp Walter, presidente dell'Unione svizzera di medicina di laboratorio, ha confermato il problema a 20 Minuten. «Abbiamo detto già all'inizio di questa ondata che le capacità di test erano al limite» ricorda. Scarseggiano risorse come reagenti e materiali di consumo, ma anche le risorse umane: in particolare gli specialisti di laboratorio, che hanno bisogno di una solida formazione e che «in questo momento scarseggiano anche negli ospedali».
Il proliferare dei laboratori di analisi negli ultimi mesi ha innescato una corsa al personale, e il turnover è altissimo: alcuni laboratori a gestione pubblica hanno avuto problemi a trovare o mantenere i collaboratori. Gli ospedali, dove i turni di lavoro coprono le 24 ore, 7 giorni su 7, la carenza di specialisti si sente ancora di più, sottolinea Walter.
«Bisogna chiedersi quanto siano sensati in questo momento i test su larga scala» conclude il presidente dell'associazione di categoria. Il contact-tracing è stato finora centrale nella strategia della Confederazione, ma visti gli altissimi contagi odierni i numeri vanno letti in modo diverso secondo l'esperto. «È meglio supporre che tutti siano covidi-positivi e comportarsi di conseguenza. Dobbiamo semplicemente adattare il nostro comportamento e applicare le misure di igiene in modo più coerente» conclude Walter.
Anche tra gli scienziati la questione è oggetto di discussioni. Isabella Eckerle, virologa di Ginevra, ha sottolineato su Twitter come «l'aumento estremamente rapido dei contagi ha portato a un sovraccarico dei laboratori, con i risultati dei test che arrivano sempre più tardi». La soluzione secondo Eckerle è puntare di più sui test rapidi fai-da-te.
Altri paesi europei hanno trovato il modo di mantenere il regime di test nonostante l'alto numero di casi. In Austria, per esempio, più di 250.000 test PCR vengono valutati ogni giorno. A Vienna è stato lanciato un servizio di tamponi fai-da-te a domicilio che, da solo, offre un potenziale di 500mila test al giorno, scrive Watson.ch. Anche in Danimarca le persone possono testarsi nelle proprie case, ordinando tramite un sito internet dei kit che vengono forniti e recapitati gratuitamente dallo Stato. Le famiglie con bambini in età scolare sono incoraggiate a fare il test due volte alla settimana.