Per l'epidemiologo Jürg Utzinger sono corrette le manovre del Consiglio federale decise da qui a marzo.
Ma cosa potrebbe accadere se dovesse emergere una nuova mutazione del virus?
ZURIGO - All'orizzonte sembra stagliarsi la fine delle misure anti-Covid. Ieri, il Consiglio federale ha deciso che per fine febbraio sarà revocato l'obbligo del telelavoro. Se lo sviluppo della pandemia lo consentirà, sarà dato il via libera ai restanti allentamenti entro la fine di marzo.
In sostanza salterebbero le regole 2G e 2G+, il requisito esteso della mascherina, la regola 3G per eventi all'aperto con più di 300 persone e le restrizioni per le riunioni private. 20 Minuten ha interpellato l'epidemiologo Jürg Utzinger per chiedere quale sia il suo parere riguardo le decisioni di Berna.
Cosa ne pensa della manovra del Consiglio federale?
«Ha scelto la strada giusta. Uno sguardo al Sud Africa e all'Inghilterra mostra che l'onda Omicron si stabilizza con la stessa rapidità con cui è salita».
Perché dovrebbe valere anche per la Svizzera?
«A causa dell'incidenza molto elevata dell'infezione da Omicron, ma anche dei buoni progressi compiuti con la campagna di vaccinazione, la Svizzera ha sviluppato un elevato livello di immunità nella popolazione e quindi siamo sulla strada giusta per un'endemia».
Cosa può succedere se dovesse apparire una nuova variante?
«In questa situazione, anche dovesse comparire una nuova variante, difficilmente avrà il potenziale per invertire la tendenza. Non riesco a immaginare una mutazione che aggiri completamente l'immunità della popolazione conquistata negli ultimi due anni, soprattutto attraverso la vaccinazione».