Cerca e trova immobili

SVIZZERADopo le dichiarazioni di Berset c'è chi gioisce e chi teme altre ondate

29.01.22 - 08:08
«Conosciamo troppo poco le conseguenze a lungo termine» ricorda Edith Leibundgut.
Keystone
Fonte Daniel Graf, Lisa Horer - 20 Minuten
Dopo le dichiarazioni di Berset c'è chi gioisce e chi teme altre ondate
«Conosciamo troppo poco le conseguenze a lungo termine» ricorda Edith Leibundgut.
Thomas Aeschi spinge invece nella direzione opposta: «L'obbligo di presentare il certificato Covid nei locali chiusi deve essere abolito»

BERNA - Ieri pomeriggio Alain Berset ha annunciato una imminente soppressione degli obblighi di quarantena e telelavoro, tra le altre cose. Se la situazione migliorerà sarà possibile revocare a breve anche l'obbligo del certificato Covid. 

Se c'è chi ha gioito alla notizia, dall'altra parte c'è chi si è detto deluso dal comportamento del Consiglio federale, come Rui Biagini, che si impegna per una strategia low-covid: «Mi sarei aspettato una protezione della popolazione maggiore. Non sappiamo ancora esattamente quali saranno le conseguenze a lungo termine della malattia. Non capisco quale potrebbe essere il beneficio della nuova strategia. Non ci sarà nessuna immunità di gregge, come abbiamo capito negli ultimi due anni».  

Libertà e protezione della salute - «Con ogni ondata si registrano nuove vittime, sia in termini di decessi che di long covid, che può colpire anche i bambini» prosegue Biagini, che chiede misure efficaci e allo stesso tempo convenienti in vista della primavera e dell'estate, non appena il numero di casi positivi si abbasserà. «La popolazione deve essere educata al concetto di aria pulita all'interno dei locali. Il controllo della qualità dell'aria per mezzo di sensori di CO2 è un mezzo poco costoso ed efficace per evitare una nuove grande ondata. Non dobbiamo scegliere tra la chiusura radicale o la libertà totale. Ci sono mezzi efficaci che permettono la libertà e la protezione della salute» prosegue Biagini. 

Anche Edith Leibundgut (Alleanza del Centro) frena l'entusiasmo. «Naturalmente tutti speriamo che la pandemia finisca. Ma semplicemente non possiamo ancora saperlo. Omicron ha guadagnato velocità, mentre la politica sembra essersi arresa. Ma cosa succede se emerge una variante più grave? Dobbiamo rimanere realistici e non lasciare semplicemente che questo virus infetti la popolazione».

«Conosciamo troppo poco le conseguenze a lungo termine» prosegue Leibundgut, che si dice delusa dal governo. «Abbiamo perso le tracce delle catene di infezione molto tempo fa a causa delle limitate possibilità dei test. Questo è il problema più grande». Anche il presidente dei Verdi Balthasar Glättli ha messo in guardia da long Covid su Twitter.

«Il giorno della libertà» - Dall'altra parte, politicamente parlando, c'è chi si è sentito sollevato dalle dichiarazioni di Berset. Il consigliere nazionale UDC Thomas Aeschi si è detto a favore dell'allentamento proposto, ma non è abbastanza: «L'obbligo di presentare il certificato Covid nei locali chiusi deve essere abolito». Pertanto l'UDC chiede il "giorno della libertà" per la prima settimana di marzo. «Il piano di uscita deve essere vincolante e deve essere chiarito entro quando saranno eliminate le misure, come l'obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi e sui trasporti pubblici».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE