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SVIZZERAVia libera agli allentamenti? Ecco il parere degli esperti

01.02.22 - 14:01
La task force scientifica si pronuncia sul rilassamento delle restrizioni all'orizzonte.
Keystone
Patrick Mathys
Patrick Mathys
Via libera agli allentamenti? Ecco il parere degli esperti
La task force scientifica si pronuncia sul rilassamento delle restrizioni all'orizzonte.
Gli esperti si aspettano un'evoluzione relativamente positiva: «I casi aumenteranno, ma non i ricoverati in cure intense».

BERNA - Contagi finalmente in cauta discesa in Svizzera. Dopo il record di giovedì scorso, quando si sono registrati 44'842 casi in 24 ore, oggi si contano 32'741 nuove infezioni. Rimane stabile la situazione ospedaliera, così come i decessi. Gli esperti della task force scientifica Covid-19 fanno il punto sulla situazione nell'odierna conferenza stampa. Ma cosa ne diranno degli allentamenti attesi domani da parte del Consiglio federale? 

In confronto ai nostri Paesi vicini il tasso di contagi in Svizzera resta alto, esordisce Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell'UFSP. Si stima che il 5-10% della popolazione sia attualmente infetto. E il picco, secondo Mathys, non è ancora stato toccato. Il tasso di occupazione dei pazienti Covid in cure intense è però in leggera diminuzione.

Meno restrizioni? Le cure intense terranno - «Se le misure dovessero venire allentate, i contagi aumenteranno», sottolinea Mathys, «ma non ci aspettiamo che questo possa portare a un sovraccarico nelle unità di terapia intensiva». Questo, perché i ricoverati gravi sono principalmente affetti dalla variante Delta, che ormai da settimane non è più la dominante.

Possibili allentamenti anche nelle scuole - Anche Rudolf Hauri, presidente dell'Associazione svizzera dei medici cantonali si dice positivo rispetto al futuro. E, riguardo a un possibile allentamento delle misure nelle scuole: «Non si tratterebbe di una strategia di contaminazione. I bambini si infettano anche fuori scuola, e poi chiaramente ci vanno. 

Vaccinazione ed effetti collaterali - Per quanto riguarda gli effetti secondari del vaccino, Christoph Küng di Swissmedic spiega che ogni singolo caso viene esaminato e verificato. Questo perché una temporalità sospetta non indica necessariamente una prova di causalità. I vaccini omologati nel nostro Paese sono però molto sicuri, sottolinea Küng: «su 15 milioni di dosi somministrate sono stati registrati solamente 4'300 casi di effetti secondari gravi». 

È il momento delle domande dei media 

Ha ancora senso tenere il 2G?
Secondo Mathys spetta al Consiglio federale decidere quali disposizioni adottare. Un allentamento delle misure porterebbe però a un aumento nell'incidenza dei contagi. 

Serve ancora il certificato Covid?
Mathys: «Se la domanda è: «serve a prevenire infezioni gravi e ricoveri ospedalieri?», allora la risposta è sì.

Abbiamo un aggiornamento sul tasso di immunità in Svizzera?
Per gli over 60 siamo al 90%, mentre tra i 30 e i 60 anni circa all'85%. 

Cosa dobbiamo fare perché la situazione non ridiventi critica in autunno?
Se dovessimo rinunciare alla mascherina in molti contesti, potremmo ritrovarci ancora in una situazione difficile, afferma Hauri. «Mi appello alla popolazione: Anche se l'ondata di Omicron si appiattisce, non siamo ancora liberi». 

C'è ancora la possibilità di nuove restrizioni?
«Solo se la popolazione più anziana dovesse tornare ad ammalarsi gravemente. Oppure se una nuova ondata di contagi dovesse innescare ulteriore assenteismo dai posti di lavoro. Ma ora possiamo appoggiare un allentamento graduale delle misure», così Mathys.

Dovremo continuare a fare dosi richiamo?
Durante l'estate Omicron circolerà probabilmente poco, risponde Mathys. In autunno si riparlerà di chi dovrebbe ancora essere vaccinato e come. Ma non diamo per scontato che la popolazione dovrà vaccinarsi ogni tre mesi. 

Presenti in conferenza stampa: 

Patrick Mathys, Capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell'UFSP

Rudolf Hauri, Medico cantonale di Zugo, Presidente dell'Associazione svizzera dei medici cantonali

Christoph Küng, capo della divisione Sicurezza dei medicamenti di Swissmedic

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