Home-office, certificato Covid e mascherine. Il Consiglio federale svela il piano degli allentamenti.
Niente più quarantena per i contatti dei positivi, ma gli isolamenti restano. Il Freedom Day sarà il 17 febbraio, ma solo se sarà stato superato il "picco" di Omicron. In consultazione un piano B in due fasi.
BERNA - Detto e (quasi) fatto. Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi, il Consiglio federale ha svelato oggi il piano degli allentamenti post-Omicron. Per la prima volta dall'inizio della pandemia il governo ha annunciato la revoca a partire da domani dell'obbligo di quarantena dei contatti in tutta la Confederazione (i positivi dovranno ancora isolarsi, ma niente quarantena per i loro contatti). Anche il telelavoro da giovedì non sarà più obbligatorio, pur restando caldamente raccomandato. E viene fissata una data per il "Freedom day" svizzero: il 17 febbraio.
Consultazione fino al 9 febbraio - «Oggi è un giorno felice in cui vediamo finalmente la luce alla fine della crisi» ha dichiarato in esordio il presidente della Confederazione Ignazio Cassis in conferenza stampa affianco al ministro della salute Alain Berset. Ma non è detta l'ultima parola, perché dopo il primo assaggio di riapertura i provvedimenti più importanti - la rimozione del certificato Covid e dell'obbligo di mascherina - saranno sottoposti a consultazione fino al 9 febbraio. Ma l'intenzione del Consiglio federale è di abolire l'attuale ordinanza Covid (quella che determina la situazione speciale) alla prossima seduta, prevista per mercoledì 16 febbraio.
Certificato e mascherine - Cosa significa? Con il "Freedom day" verrebbe meno l'obbligo di certificato negli esercizi pubblici, negli eventi culturali e nelle strutture sportive. Ma anche l'obbligo di mascherina sui mezzi pubblici, nei negozi e in tutti i luoghi accessibili al pubblico, come pure le limitazioni agli incontri privati e l'obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni.
Il piano "a due fasi" - Il governo pone come condizione quella che sia superato il "picco" pandemico nelle prossime due settimane. Diversamente, pone in consultazione anche una variante "light" di allentamenti, che prevede due fasi.
Nella prima fase verrebbe introdotta la regola delle 2G laddove ora è in vigore il 2G+ (discoteche, piscine coperte, attività sportiva intensa, musica con strumenti a fiato), mentre verrebbe comunque revocato l'obbligo di certificato in ristoranti, strutture culturali, sportive e del tempo libero, e nelle grandi manifestazioni. In una seconda fase verrebbero invece annullati l’obbligo della mascherina, la regola «2G» e l’obbligo di autorizzazione per le grandi manifestazioni al chiuso.
Apertura ai confini - Il Consiglio federale mette in consultazione anche una serie di allentamenti alle frontiere. Per chi entra in Svizzera verrebbero revocati l’obbligo del test e la registrazione dei dati di contatto. Anche ai turisti in ingresso non verranno più richiesti i certificati Covid o i test antigenici.
Il giorno felice di Berset - «Sappiamo che da due anni ci troviamo in questa crisi, ora sembra finalmente delinearsi una via d'uscita» ha commentato Berset in conferenza stampa. «Non dichiariamo chiusa la crisi da un giorno all'altro, ma possiamo dire oggi di essere felici e sollevati. Resta fermo il fatto che anche quando la crisi sarà finita, la pandemia rimarrà e continueremo a farci i conti».
Resta l'isolamento - Ignazio Cassis rispondendo a una domanda in italiano di un giornalista ha precisato che il piano B «è previsto in caso l'evoluzione epidemiologica sia meno ottimistica, ma tutto dipende da come evolverà la situazione dei contagi e dei ricoveri». L'obbligo di isolamento resta comunque in vigore, sia nella variante di riapertura rapida che nella variante "lenta". «Questo è comunque previsto dalla legge sulle epidemie» è stato precisato. «Anche la strategia della vaccinazione e dei booster resta in vigore per tutto quest'anno» ha spiegato Berset.
Per quanto riguarda l'obbligo di mascherina all'interno delle strutture sanitarie, ospedali e case anziani, la decisione di una revoca «viene messa in discussione nella consultazione dei cantoni, a cui chiediamo cosa ne pensino» ha messo le mani avanti il ministro della salute.
La palla ai Cantoni - Per quanto riguarda i certificati resta comunque un margine di discrezionalità per i Cantoni, ha sottolineato Berset. «Potranno forzare la mano ed estendere l'uso del certificato in base alla situazione epidemiologica». Il virus «rimarrà con noi anche dopo e dovremo imparare a conviverci» ha aggiunto Cassis. «Dovremo prepararci a gestire delle ondate stagionali con degli strumenti normali».
Cosa cambia da domani?
L’obbligo del telelavoro viene tramutato in raccomandazione. I datori di lavoro continuano a essere tenuti a proteggere i loro dipendenti da un’infezione. Il telelavoro costituisce un provvedimento efficace in questo senso. È mantenuto l’obbligo della mascherina sul posto di lavoro.
La quarantena dei contatti è revocata per la prima volta dall’inizio della crisi. Il 12 gennaio scorso il Consiglio federale l’aveva già abbreviata e limitata alle persone che vivono nella stessa economia domestica. Con il forte aumento dei contagi questo provvedimento ha perso efficacia. In seguito a questa decisione sono abrogate anche le disposizioni dell’ordinanza COVID-19 perdita di guadagno sull’indennità di perdita di guadagno in caso di quarantena dei contatti.
Tuttavia, chi risulta positivo al test per il SARS-CoV-2 ed è quindi portatore di un’alta carica virale resta tenuto a mettersi in isolamento per evitare di contagiare altre persone. I due provvedimenti erano stati oggetto di una precedente consultazione ed entrano in vigore giovedì 3 febbraio. Con la nuova ordinanza sono revocate con effetto immediato tutte le quarantene disposte dai Cantoni. Non è necessaria una revoca esplicita da parte dei Cantoni.