In aereo (e in aeroporto) è un must da parecchi mesi. Ma il dispositivo di protezione crea ancora situazioni di tensione
ZURIGO - In Svizzera si guarda con impazienza al ritorno alla normalità, che dovrebbe avvenire il prossimo 17 febbraio. Ma se potremo presto mettere nel cassetto i nostri certificati Covid, probabilmente non varrà lo stesso per le mascherine. Diversi cantoni - tra cui anche il Ticino - chiedono infatti che l'obbligo di indossarla venga mantenuto.
Un obbligo che da tempo vale anche a bordo degli aerei. E che non manca di mettere sotto pressione il personale di bordo. Ma anche quello di terra, che già al check-in si trova confrontato con viaggiatori che si rifiutano di indossarla.
E negli aeroporti i conflitti relativi alle mascherine sono in aumento, come riferito da un servizio della trasmissione “10 vor 10” della SRF. «A terra possiamo decidere se permettere o meno a un passeggero di salire a bordo del volo» ha spiegato Catarina Gomes Machado, maître de cabine di Swiss, raccontando di situazioni che degenerano, di solito verbalmente. «Ma non mancano i casi estremi, in cui i passeggeri sferrano dei pugni».
Il fenomeno si riscontra anche in seno alla compagnia Edelweiss. Anche in volo, dove non manca chi tenta di aggirare l'obbligo di mascherina con degli stratagemmi. È per esempio il caso di un 61enne che lo scorso 13 giugno volava in business con Edelweiss: ogni pochi minuti ordinava un bicchiere d'acqua, in modo da potersi togliere il dispositivo di protezione per bere. È stato sanzionato.